Lavoro agricolo di qualità: l’adesione di Roma alla Rete segna una svolta contro lo sfruttamento
L’adesione del Comune di Roma alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità, formalizzata il 10 ottobre 2025, rappresenta un traguardo fondamentale verso un modello agricolo più etico, trasparente e rispettoso dei diritti dei lavoratori. Grazie a una sinergia istituzionale che coinvolge INPS, Agea, INAIL, INL, la Prefettura e le parti sociali, la Capitale affronta il fenomeno ancora diffuso dello sfruttamento e del caporalato, mirando a migliorare gli standard di legalità e qualità nel settore agricolo. Roma, con oltre 63 mila ettari di superficie agricola – il maggior dato tra le capitali europee – ospita un tessuto produttivo variegato, che va dalle piccole aziende familiari fino a realtà innovative orientate al biologico e alla filiera corta, producendo eccellenze come cereali, ortaggi, vino e olio.
La Rete Lavoro Agricolo di Qualità funge da strumento virtuoso nazionale, comprendendo quasi 10.000 imprese impegnate in trasparenza, rispetto dei contratti e sicurezza sul lavoro, e rappresenta un sistema che promuove la legalità attraverso benefici pratici e reputazionali. Il nuovo Protocollo romano rafforza la collaborazione tra enti di controllo e parti sociali, prevedendo maggiori controlli e formazione per contrastare il caporalato, che nel 2024 ha visto il 68,4% delle ispezioni in agricoltura nella provincia di Roma denunciare irregolarità. Un fenomeno radicato che riguarda soprattutto lavoratori vulnerabili, spesso stranieri, soggetti a condizioni salariali e lavorative degradanti.
L’impegno coordinato di INPS, INAIL, INL e Prefettura è essenziale per tutelare i lavoratori e promuovere un’agricoltura competitiva e pulita. Secondo Fabio Vitale, direttore di Agea, l’adesione di Roma pone le basi per un settore più legale e sostenibile, valorizzando risorse e diritti. Le prospettive future puntano a intensificare i controlli, formare imprenditori e lavoratori, sensibilizzare la comunità e innovare nel settore. Roma si candida così a modello nazionale di agricoltura moderna, inclusiva e giusta, capace di valorizzare il suo patrimonio agricolo e umano per un impatto positivo a livello italiano ed europeo.