Chat Control: naufraga la proposta sul controllo delle chat nell'UE e viene esclusa dall'agenda dell'Europarlamento

Chat Control: naufraga la proposta sul controllo delle chat nell'UE e viene esclusa dall'agenda dell'Europarlamento

La proposta di regolamento noto come Chat Control, mirato a introdurre la scansione automatica dei messaggi privati per combattere abusi sessuali su minori online nell'Unione Europea, è stata ufficialmente abbandonata a ottobre 2025. Questo tentativo ha evidenziato un durissimo scontro tra la necessità di proteggere i minori e le garanzie di privacy, dando luogo a una forte opposizione di alcuni Paesi membri, tra cui la Germania, che ha posto un veto cruciale contro misure percepite come sorveglianza di massa. La struttura europea non ha quindi trovato un consenso sufficiente per procedere, culminando nell'esclusione della proposta dall'agenda del Parlamento europeo e lasciando aperto un vuoto normativo nel contrasto agli abusi online.

Il regolamento prevedeva sistemi tecnologici per il rilevamento automatico e il blocco di contenuti pedopornografici su piattaforme di messaggistica, impegnando le aziende digitali a collaborare con le autorità giudiziarie. Tuttavia, le critiche si sono concentrate sul rischio di violazioni del GDPR, sull'impatto negativo sulla crittografia end-to-end e sugli effetti collaterali come falsi positivi. Proposte alternative, come quella danese di limitare il controllo a contenuti multimediali, non sono state sufficienti a superare le resistenze politiche e culturali di alcuni Stati membri e della società civile.

Il ritiro del Chat Control ha generato reazioni contrastanti: da un lato, associazioni per i diritti digitali celebrano la difesa delle libertà fondamentali; dall'altro, operatori impegnati nella tutela dei minori esprimono preoccupazione per la mancanza di strumenti efficaci. La situazione attuale impone un ripensamento sulle modalità di protezione online, puntando a soluzioni che conciliino efficacemente sicurezza e privacy. L’Unione Europea è chiamata ora a sviluppare approcci innovativi e condivisi, che rispettino i diritti digitali senza rinunciare alla lotta contro gli abusi sui minori.

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