Soffocare la Libertà d’Insegnamento: Il Caso dei Docenti Ucraini nei Territori Occupati
La libertà d’insegnamento è essenziale per le società democratiche, garantendo l'autonomia e la crescita culturale necessarie per le nuove generazioni. Nei territori ucraini occupati dalla Russia, questa libertà è stata gravemente compromessa: il sistema educativo è stato profondamente alterato, con una sostituzione forzata dei programmi, dei libri di testo e della lingua, accompagnata dalla soppressione della storia e della cultura ucraina. Gli insegnanti locali affrontano forti pressioni, minacce e persecuzioni, oscillando tra la collaborazione imposta e il rischio di ritorsioni severe. Amnesty International e altre organizzazioni hanno documentato violazioni diffuse e strategie sistematiche di indottrinamento, con l’obiettivo di riscrivere l’identità delle nuove generazioni attraverso la scuola.
Il regime occupante usa la scuola come strumento per cancellare l'identità nazionale, imponendo l’uso esclusivo della lingua russa e vietando l'insegnamento della storia ucraina, costringendo così i docenti a rinunciare alla propria missione educativa. Le testimonianze raccolte rivelano un clima di paura e repressione, ma anche di resistenza silenziosa da parte di molti insegnanti che cercano di mantenere viva la cultura ucraina a rischio della propria sicurezza. Questa situazione ha profonde ripercussioni psicologiche e sociali sugli educatori, aumentando stress, isolamento e difficoltà nell’accesso a supporti.
La libertà d’insegnamento, diritto universale riconosciuto dagli organismi internazionali, viene pertanto negata nelle aree occupate in Ucraina, ponendo serie sfide alla comunità internazionale. Il monitoraggio e il sostegno ai docenti ucraini sono vitali per salvaguardare non solo l'identità culturale, ma anche per garantire alle nuove generazioni una formazione libera e pluralista, fondamentale per la pace e lo sviluppo democratico, nonché per preservare la convivenza civile in Europa.