Donne, scuola e fatica: il matriarcato gentile tra educazione e welfare parallelo

L'indagine sul corpo docente italiano svela una realtà complessa, dominata da un "matriarcato gentile" formato prevalentemente da donne fra i 40 e i 60 anni. Questo gruppo, che costituisce oltre l'80% degli insegnanti, sostiene quotidianamente la scuola nonostante l'invecchiamento della categoria e la scarsa attrattività della professione tra i più giovani. Parallelamente, la percezione sociale del ruolo docente è drasticamente calata, con l'84% degli insegnanti che denuncia una perdita di prestigio e autorevolezza, influenzata anche da narrazioni mediatiche distorte. Questo declassamento sociale alimenta malessere, demotivazione e difficoltà nel mantenere alta la qualità formativa.

Il burnout emerge come emergenza tra i docenti, con sintomi quali stress, ansia e isolamento che colpiscono quasi la metà del corpo insegnante, in particolare le donne, sovraccaricate dal doppio ruolo educativo e di cura. Questa sindrome contribuisce a peggiorare la qualità del lavoro e a incrementare l'assenteismo. In questo scenario, le docenti svolgono un ruolo chiave non solo didattico ma anche emotivo e sociale, supplendo alle carenze del welfare con un "welfare parallelo" che aggravano ulteriormente il loro carico psicofisico. Nonostante la maggioranza femminile, permane un netto gender gap nelle posizioni di vertice.

La situazione lavorativa è gravata da stipendi bassi, mediamente poco sopra i 1.500 euro, e condizioni difficili, che riducono l'attrattività della professione. Tuttavia, il corpo docente dimostra resilienza adottando strategie di supporto, collaborazione e formazione continua. Per un futuro sostenibile è indispensabile rilanciare la valorizzazione economica e sociale del ruolo, promuovere politiche di benessere e inclusione di genere, e ripensare il welfare scolastico affinché la scuola torni a essere luogo di crescita e creatività, riconoscendo pienamente il fondamentale ruolo delle insegnanti nel tessuto sociale italiano.