Coltivare tè sulla Luna: i sorprendenti risultati della ricerca europea e le prospettive per l’agricoltura spaziale
Il progetto europeo condotto dall’Università del Kent ha recentemente rivoluzionato il campo dell’agricoltura spaziale con la coltivazione di Camellia sinensis sulla Luna, un risultato significativo presentato a novembre 2025 durante un workshop a Bratislava. Questo esperimento ha dimostrato la fattibilità di coltivare tè in suolo simulato lunare, mentre la coltivazione nel suolo simulato marziano ha fallito a causa di condizioni chimiche ostili, come la presenza di sali tossici e ossidi di ferro. Tali evidenze indicano che la Luna offre un ambiente più favorevole rispetto a Marte per la crescita di questa pianta, aprendo nuove prospettive per l’autosufficienza alimentare nelle missioni spaziali.
La simulazione dei terreni lunari e marziani è stata realizzata con attenzione ai dettagli chimico-fisici e alle condizioni ambientali quali temperatura, umidità e luce, isolando il substrato come variabile critica. La Camellia sinensis, scelta per la sua rilevanza storica e agronomica, ha mostrato un’ottima crescita nel suolo lunare, mentre è stata incapace di svilupparsi nel terreno marziano simulato. Questi risultati suggeriscono la necessità di ripensare le strategie per l’agricoltura marziana, orientandosi verso altre specie o tecniche di bonifica più avanzate.
Oltre all’aspetto tecnico, la ricerca ha implicazioni sociali e culturali, poiché coltivare tè nello spazio può migliorare il benessere psicologico degli astronauti e contribuire a sistemi di supporto vitale a ciclo chiuso. Il successo del progetto incoraggia una più ampia collaborazione internazionale in agricoltura spaziale, mirata a diversificare le colture e sviluppare serre automatizzate adattabili. In sintesi, l’esperimento dell’Università del Kent rappresenta un passo fondamentale verso l’autosufficienza alimentare spaziale e apre la strada a una nuova era di coltivazioni extra-terrestri sostenibili.