Sciopero generale del personale scolastico: Sindacati e lavoratori contro la manovra finanziaria del governo
La manovra finanziaria 2025 approvata dal governo ha scatenato un forte dissenso tra il personale scolastico, che vede in essa misure insufficienti e penalizzanti. Il comparto scuola, già sotto pressione per la pandemia, i ritardi contrattuali e la carenza di investimenti, è al centro della protesta generale convocata per il 17 novembre 2025. I sindacati si trovano divisi rispetto al rinnovo del contratto: mentre Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief hanno firmato, la Flc Cgil si è rifiutata, denunciando stipendi inadeguati e mancanza di prospettive. La protesta è sostenuta anche da importanti istituzioni indipendenti come Bankitalia, Corte dei conti e Istat, che criticano la manovra per le coperture incerte e risorse troppo limitate a scuola. In concreto, gli aumenti salariali previsti risultano insufficienti a compensare l'inflazione, con aumenti netti stimati tra 30 e 50 euro mensili, mentre le infrastrutture e le dotazioni materiali mancano di investimenti adeguati. Lo sconto fiscale per redditi tra 28.000 e 50.000 euro, pur apprezzato da alcuni sindacati, è considerato dalla Cgil un «pannicello caldo» che non risolve problemi strutturali. La mobilitazione nasce da un diffuso malcontento tra docenti e personale ATA, con richieste precise: aumenti reali e strutturali, fine del precariato, investimenti in strutture e innovazione didattica. Si profila un autunno caldo per il settore, in cui la protesta per la manovra può diventare stimolo per politiche più coraggiose e mirate a valorizzare la scuola pubblica italiana.