Riforma pensioni 2025: Uno scenario preoccupante per i lavoratori autonomi - Tutte le ultime novità

La riforma pensioni del 2025 ha suscitato notevole preoccupazione tra i lavoratori autonomi italiani, soprattutto tra gli iscritti alla Gestione separata INPS. Il tema centrale è la drastica riduzione della pensione attesa, che potrebbe scendere al di sotto della metà del reddito attuale, un risultato aggravato dalla cancellazione della flessibilità in uscita e dall'inasprimento dei requisiti contributivi e anagrafici. Questa situazione ha spinto la CGIL a proclamare uno sciopero generale per il 12 dicembre 2025, chiedendo un ripensamento della riforma e maggiore tutela per gli autonomi.

Il contesto attuale vede un incremento significativo degli iscritti alla Gestione separata, una categoria con contributi più variabili e meno continuativi rispetto ai lavoratori dipendenti, il che si riflette in pensioni mediamente più basse. La riforma elimina gli strumenti di flessibilità che consentivano un accesso anticipato alla pensione, penalizzando chi opera in settori caratterizzati da redditi oscillanti o attività usuranti. Le simulazioni mostrano che un autonomo con un reddito medio-basso e contributi regolari rischia di percepire una pensione tra il 35% e il 45% dell'ultimo reddito, aumentando il rischio di povertà e ampliando le diseguaglianze sociali e generazionali.

Le motivazioni governative puntano alla sostenibilità del sistema pensionistico in un contesto demografico difficile, ma sindacati ed esperti evidenziano che queste misure potrebbero avere un costo sociale elevato, con aumento dell'insicurezza e della povertà tra gli anziani autonomi. Per questo, le organizzazioni sindacali chiedono la reintroduzione della flessibilità, incentivi alla previdenza complementare e tutela delle discontinuità contributive. Il futuro è incerto, ma la mobilitazione e il confronto saranno decisivi per garantire una previdenza più equa e dignitosa per i lavoratori autonomi.