Educazione sessuale a scuola: fra consenso, ideologia e il ritorno al "timore di Manzoni"

Educazione sessuale a scuola: fra consenso, ideologia e il ritorno al "timore di Manzoni"

L'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole italiane rappresenta un tema di forte discussione, segnato dal recente ddl Valditara che ne definisce la cornice normativa. Tale decreto esclude attività educative sulla sessualità nella scuola dell'infanzia e primaria, permettendole solo dalla scuola media in poi, sempre con consenso informato delle famiglie. Questo consenso è visto da alcuni come strumento di tutela e trasparenza, mentre da altri come un ostacolo all'autonomia educativa, riducendo l'accesso degli studenti a informazioni fondamentali su salute e relazioni affettive. Le critiche si estendono anche alla concezione patriarcale ancora presente nel sistema scolastico, evidenziata dall'intervento di Carlo Verdelli che sottolinea l'urgenza di un cambiamento culturale contro stereotipi e violenza di genere, come dimostrano i femminicidi. Il dibattito coinvolge anche il linguaggio inclusivo, contestato da alcuni per il cosiddetto "maschile sovraesteso"; la scelta delle parole diventa così strumento di rappresentazione e rispetto della diversità. L'educazione sessuale si configura non solo come trasmissione di conoscenze tecniche, ma come formazione al rispetto e alla responsabilità, tema riassunto nel "timore di Manzoni", che richiama valori di pudore e dignità. La scuola italiana si trova dunque a dover contemperare tradizione, diritti, valori e innovazioni, cercando un equilibrio che garantisca informazione accurata, coinvolgimento familiare e un clima educativo inclusivo e responsabile.

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