Tassa sull’Oro 2026: Tutto sulla Nuova Imposta nella Manovra di Bilancio
La tassa sull’oro 2026, prevista dalla Manovra di Bilancio italiana, rappresenta una novità fiscale di rilievo che mira a tassare il possesso di oro sia da parte di cittadini che di imprese. Con un gettito atteso di almeno 2 miliardi di euro, l’imposta si applicherà principalmente sulle plusvalenze realizzate dalla vendita di oro fisico o sugli strumenti finanziari collegati, con un’aliquota finale fissata al 10%, più bassa rispetto alle prime ipotesi. Questa misura nasce dalla necessità del governo di aumentare le entrate fiscali per finanziare spese pubbliche essenziali, integrando la tassazione su un bene tradizionalmente esente, ma ampiamente detenuto dagli italiani, che possiedono tra 4.000 e 5.000 tonnellate di oro sparso tra lingotti, gioielli e investimenti. Le modalità applicative prevedono un’attenzione particolare alla documentazione degli acquisti per evitare imposizioni errate, e coinvolgeranno anche intermediari e banche per il tracciamento. Nonostante l’aliquota contenuta, si ipotizzano impatti sui comportamenti di investimento, con il rischio di spostamento verso altri asset o forme di detenzione meno trasparenti. Il confronto con altri Paesi europei mostra una posizione relativamente equilibrata per l’Italia, ma permangono dubbi sulla gestione operativa e sul futuro aumento dell’imposta. Gli operatori sono invitati a informarsi e pianificare con attenzione per adattarsi alle novità normative e fiscali.