Poeti contemporanei italiani: pescatori di parole alla ricerca delle chiavi smarrite della vita
La poesia contemporanea italiana si configura come una ricerca incessante delle "chiavi smarrite" per comprendere il senso della vita moderna. Attraverso voci autorevoli come Emiliano Rolle, si denuncia il rischio della sovrapproduzione poetica, che può banalizzare il valore autentico della parola, richiamando alla necessaria parsimonia e rigore nell’uso del linguaggio. Parallelamente, Massimiliano Mandorlo propone una dimensione quasi mistica della poesia, cercando parole "celesti" che illuminino la realtà senza evadere da essa, mentre Marco Vitale sottolinea come il silenzio diventi materia prima essenziale per una poesia autentica, necessaria a filtrare e selezionare il linguaggio per giungere a profonde suggestioni. Fabrizio Bregoli arricchisce il panorama poetico con un approccio originale che intreccia numeri e memoria, trasformando elementi apparentemente freddi in simboli carichi di emozioni, mentre Dome Bulfaro racconta l’esperienza personale del poeta contemporaneo come un cammino delicato tra smarrimento e conquista, fondato sull’ascolto di sé e la fragilità come forza. Questo dibattito rivela una crisi ma anche nuove prospettive per la poesia, che deve essere selettiva, rischiosa e capace di illuminare "zone d’ombra" del vivere. Infine, si sottolinea l’importanza degli editoriali come strumenti di riflessione e condivisione in grado di diffondere la poesia, educare alla lettura e restituirle il suo ruolo centrale nella cultura, riaffermando i poeti come pazienti pescatori di parole, custodi di un sapere invisibile e vitali interpreti dell’esperienza umana contemporanea.