
Formazione, burocrazia e troppe regole: perché l’intelligenza artificiale stenta a decollare in Italia
L'Italia affronta una sfida significativa nell'adozione e nello sviluppo dell'intelligenza artificiale (IA), ostacolata da una combinazione di fattori strutturali tra cui la carenza di formazione adeguata, una burocrazia complessa e una regolamentazione rigida. Durante l'AI Week Milano, è emerso come queste criticità influenzino negativamente non solo il settore privato, ma anche la pubblica amministrazione, rallentando l'innovazione digitale e la competitività del Paese rispetto ad altri Stati europei e globali. La posizione italiana è caratterizzata da un ritardo nella diffusione delle competenze digitali e da un gap infrastrutturale che limita l'efficacia dei processi di digitalizzazione. La burocrazia viene considerata un ostacolo cruciale, che complessifica l'accesso agli investimenti e frena il dinamismo delle startup tecnologiche, impedendo così al paese di emergere nel panorama globale dell'IA.
A livello europeo, l'Italia si posiziona sotto la media in termini di competenze digitali, con una percentuale bassa di cittadini e dipendenti pubblici formati adeguatamente all'uso delle tecnologie innovative. Questo divario risulta particolarmente preoccupante perché la pubblica amministrazione necessita di un piano sistematico di formazione tecnica ed etica per poter integrare efficacemente l'IA nei propri processi. In risposta, è stata presentata l'Agenda per l'intelligenza artificiale italiana, che propone una roadmap nazionale per lo sviluppo strutturato e sostenibile dell'IA. Tra le principali direttrici di intervento figurano il potenziamento della formazione, lo snellimento della burocrazia, investimenti mirati e una regolamentazione chiara e funzionale.
Guardando al contesto globale, l'Italia e l'Europa si trovano a dover mediare tra due grandi modelli tecnologici rappresentati da Stati Uniti e Cina, puntando a un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti. Le prospettive di sviluppo dell'IA nel settore pubblico, soprattutto in sanità e servizi amministrativi, sono promettenti, a patto di affrontare con decisione la formazione e le sfide etiche. Infine, la chiave per colmare il gap digitale italiano risiede in una strategia integrata che unisca formazione, riduzione della burocrazia, sostegno all'innovazione e collaborazione internazionale, affinché il Paese possa trasformare l'intelligenza artificiale da sfida in opportunità concreta per crescita e sviluppo.