
Dalla Rerum Novarum all’era digitale: l’evoluzione della dottrina sociale della Chiesa tra ordine morale e nuova questione sociale
La dottrina sociale della Chiesa cattolica trova le sue radici nel contesto politico, economico e sociale della fine del XIX secolo, quando la rapida industrializzazione e le crescenti disuguaglianze hanno spinto la Chiesa a intervenire in modo deciso nel dibattito sulla questione sociale. L'enciclica Rerum Novarum, pubblicata nel 1891 da papa Leone XIII, rappresenta una pietra miliare che delineava per la prima volta una risposta cristiana alle sfide economiche e sociali del tempo, sottolineando il diritto alla proprietà privata, la dignità del lavoro e la necessità di solidarietà e giustizia sociale. Da quel momento, la Chiesa si è posta non solo come guida spirituale, ma anche come promotrice di un ordine morale capace di orientare le trasformazioni economiche e politiche in senso equo e umano.
Negli anni seguenti, la dottrina sociale cattolica si è evoluta attraverso il contributo di vari pontefici come Pio XI e Giovanni XXIII, che hanno confermato e ampliato l'analisi iniziale di Leone XIII adattandola ai nuovi scenari globali, dalle crisi economiche al dopoguerra, fino alle sfide della pace e dei diritti umani. Encicliche come Quadragesimo Anno e Mater et Magistra hanno introdotto concetti fondamentali come la sussidiarietà, riaffermando l'importanza dell'ordine morale e della partecipazione attiva dei cattolici nella società. Parallelamente, la Chiesa ha promosso movimenti sociali, iniziative educative e un dialogo costante con le istituzioni, sottolineando il suo impegno per la promozione della giustizia e della solidarietà su scala globale.
Nel XXI secolo, la Chiesa si trova a confrontarsi con sfide nuove e complesse legate all'intelligenza artificiale, alla digitalizzazione e alla globalizzazione che influenzano profondamente il lavoro, la dignità della persona e la coesione sociale. La dottrina sociale cattolica si propone come un riferimento indispensabile per orientare queste trasformazioni tecnologiche verso finalità etiche, ribadendo la centralità dell'ordine morale, il rispetto dei diritti umani e l'inclusione sociale. Guardando al futuro, essa continua a ispirare un impegno per costruire società più giuste, sostenibili e solidali, in cui i principi di giustizia sociale, partecipazione e dignità siano reali punti di riferimento per le scelte collettive e individuali.