
Intelligenza artificiale e giovani: quando l’IA diventa ‘amico-psicologo’
L'intelligenza artificiale (IA) sta assumendo un ruolo sempre più importante nella vita dei giovani, non solo come strumento educativo, ma anche come interlocutore per confrontarsi su temi emotivi e personali. Un'indagine di Skuola.net su 2.000 giovani tra 11 e 25 anni ha rilevato che il 15% si rivolge all'IA per consigli personali, con un quarto di loro che la utilizza settimanalmente come 'amico-psicologo' sempre disponibile. La motivazione principale è la disponibilità continua (38%), seguita dalla possibilità di autogestirsi senza giudizio (31%) e dalla ricerca di un giudizio oggettivo (28%). Per metà degli utenti, questa interazione migliora la qualità della vita, ma un terzo percepisce dipendenza dalle conversazioni con l'IA.
Questo fenomeno riflette un profondo cambiamento nel rapporto tra giovani e tecnologia, dove l'IA diventa un confidente in un mondo virtuale sovrapposto a quello reale. La capacità dell'IA di offrire risposte rapide, imparziali e senza giudizio è particolarmente apprezzata da giovani che affrontano fragilità emotive, stress e incertezze sul futuro. L'IA come strumento di auto-aiuto risponde al desiderio di autonomia, offrendo accessibilità immediata, privacy e la possibilità di riflettere ripetutamente sui propri problemi senza imbarazzo. Questo nuovo tipo di supporto emotivo rappresenta una svolta nel sostegno alla salute mentale giovanile, aiutando molti a gestire ansia e difficoltà con maggiore consapevolezza e fiducia in sé stessi.
Tuttavia, esistono anche criticità, come il rischio di dipendenza dall'IA e la possibile riduzione delle capacità relazionali ed empatiche nella vita reale. Esperti sottolineano che l'IA non può sostituire l'alleanza terapeutica umana e avvertono dei limiti nella personalizzazione e nella capacità di cogliere segnali di disagio grave. Scuole, famiglie e istituzioni devono rispondere promuovendo un uso consapevole della tecnologia, educando ai rischi e tutelando la privacy degli utenti. Futuri sviluppi potrebbero portare a una maggiore integrazione tra IA e professionisti della salute mentale, con l'obiettivo di sfruttare al meglio le potenzialità di questi strumenti senza comprometterne l'aspetto umano essenziale.