
Difesa europea e fondi Ue: la proposta Fitto bocciata dalla Corte dei conti e dall’Europarlamento
La recente proposta del commissario europeo Raffaele Fitto di utilizzare i fondi di coesione dell'Unione Europea per finanziare il riarmo del continente ha generato un acceso dibattito all'interno delle istituzioni comunitarie. La necessità di rafforzare la difesa europea emerge come risposta alle tensioni geopolitiche e alle nuove sfide legate alla sicurezza globale, promosse dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Tuttavia, i fondi di coesione sono tradizionalmente destinati a ridurre le disparità economiche e sociali fra regioni, e il loro impiego per scopi militari ha sollevato notevoli problemi legali, politici e finanziari. La Corte dei conti Europea e la Commissione Affari giuridici del Parlamento hanno respinto nettamente la proposta, evidenziando la mancanza di una base giuridica e i rischi associati a tale deviazione delle risorse, che potrebbero compromettere le finalità strutturali dei fondi e la fiducia delle regioni più vulnerabili nell'Unione.
Il dibattito sull'uso dei fondi di coesione per scopi militari ha messo in luce le difficoltà di conciliare l'urgenza percepita di rafforzare la difesa con i principi fondamentali dell'UE, come la coesione economica e sociale e il rispetto dei trattati. La presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato l'importanza di un approccio condiviso e strategico alla sicurezza, ma l'assenza di un accordo sulla definizione di emergenza militare e sull'allocazione delle risorse evidenzia un contesto politico complesso. Le istituzioni finanziarie e giuridiche hanno sottolineato che qualsiasi modifica della destinazione dei fondi deve avvenire tramite un processo strutturato e trasparente, coinvolgendo governi, Parlamento e società civile, per evitare effetti negativi sulla programmazione a lungo termine e sulle politiche di sviluppo europee.
Nonostante il no alla proposta Fitto, il dibattito sul rafforzamento della difesa europea resta aperto, e si stanno valutando alternative più sostenibili e condivise. Tra queste vi sono il potenziamento del Fondo Europeo per la Difesa, strumenti di finanziamento comuni come l'emissione di debito europeo per la sicurezza, contributi volontari degli Stati membri e collaborazioni pubblico-private nel settore militare. L'obiettivo è trovare un equilibrio tra la necessità di migliorare la sicurezza dell'Unione e la tutela dei principi fondamentali della coesione sociale ed economica. La vicenda evidenzia come le soluzioni emergenziali, seppur motivate dalle tensioni geopolitiche, non possono compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee né la solidarietà tra gli Stati membri, richiedendo invece un approccio lungimirante e rispettoso del quadro giuridico europeo.