‘Cultura Borghi’: il nuovo portale del MiC per la rinascita economica e culturale dei borghi italiani
I borghi italiani, ricchi di storia, tradizioni e paesaggi unici, hanno vissuto negli ultimi decenni un progressivo spopolamento e declino economico. Per invertire questa tendenza, il Ministero della Cultura (MiC) ha lanciato il portale “Cultura Borghi”, un’iniziativa volta a favorire la rigenerazione culturale ed economica di questi piccoli centri. Il progetto mira a valorizzare il patrimonio locale, stimolare nuove opportunità di lavoro e sostenere il ritorno di giovani e famiglie, fornendo strumenti concreti come finanziamenti, formazione e assistenza tecnica per promuovere la rinascita dei borghi attraverso un approccio integrato e partecipato.
Il portale “Cultura Borghi” rappresenta una piattaforma digitale innovativa che concentra informazioni su progetti finanziati, bandi, linee guida e materiali formativi per amministratori e operatori dei borghi. Grazie a una rete di enti locali, associazioni, imprese e cittadini, il portale favorisce la collaborazione e la promozione turistica, culturale ed economica dei piccoli centri. Oltre a offrire un calendario di eventi e strumenti di monitoraggio, il portale supporta la digitalizzazione e il networking, migliorando l’accesso a servizi e opportunità per le comunità coinvolte.
Per affrontare lo spopolamento, fenomeno che ha colpito migliaia di comuni italiani, il MiC ha stanziato più di un miliardo di euro per il triennio 2023-2025, destinati a oltre 245 progetti di rigenerazione in 328 comuni. Questi interventi comprendono il recupero di patrimoni storici, lo sviluppo di infrastrutture digitali, l’incentivazione di attività imprenditoriali e turistiche, e la valorizzazione della sostenibilità ambientale e sociale. L’approccio puntuale coinvolge le comunità locali, promuove tradizioni culturali e prodotti tipici, e mira a creare un modello replicabile a livello nazionale per garantire uno sviluppo duraturo e innovativo dei borghi italiani.
Il 8 maggio 2025 si è svolta a Roma l’assemblea degli azionisti di Ales Spa, la società in house del Ministero della Cultura, che ha rinnovato i vertici aziendali. Fabio Tagliaferri è stato confermato presidente e amministratore delegato, segnalando la volontà di garantire continuità e stabilità nella gestione strategica della società. Accanto a lui sono stati nominati nel Consiglio di amministrazione Antonio Cilento e Margherita Interlandi, entrambi con competenze specifiche e nuove energie, mentre Cristiana Rondoni assume la presidenza del Collegio sindacale per un controllo interno rigoroso. Questa governance rinnovata punta a rafforzare l’efficienza e l’impegno di Ales Spa nel valorizzare e tutelare il patrimonio culturale italiano.
Ales Spa svolge un ruolo cruciale nel sistema culturale nazionale, agendo in stretta sinergia con il Ministero della Cultura per realizzare progetti, gestire strutture museali e amministrare fondi pubblici destinati alla cultura. Il modello delle società in house, cui Ales appartiene, si distingue per la capacità di coniugare efficienza, rapidità e trasparenza, fattori fondamentali in un contesto pubblico complesso. Le nomine strategiche di maggio 2025 dimostrano l’importanza di un equilibrio tra continuità e innovazione nella governance, per affrontare efficacemente le sfide future del settore e favorire collaborazioni con numerosi stakeholder istituzionali e civili.
Il futuro di Ales Spa si presenta ricco di sfide, tra crisi economiche, evoluzione normativa e trasformazioni nei modelli culturali. Il nuovo Consiglio di amministrazione dovrà promuovere la digitalizzazione dei musei, potenziare le attività didattiche e sviluppare partnership pubblico-private. L’obiettivo sarà rilanciare l’attività post-pandemia, ottimizzare risorse e integrare la cultura con il sistema educativo. La conferma di Tagliaferri, insieme all’ingresso di Cilento, Interlandi e Rondoni, garantisce un quadro di leadership solido, capace di coniugare esperienza e nuove competenze, per valorizzare con efficacia il patrimonio culturale italiano e sostenere la sua evoluzione nel prossimo decennio.
Papa Leone XIV, nato Robert Prevost, rappresenta un caso unico nella storia della Chiesa cattolica grazie alla sua profonda esperienza nel mondo della scuola. Prima di salire al soglio pontificio nel maggio 2025, Prevost ha lavorato come docente supplente presso la St. Rita of Cascia High School di Chicago, una scuola cattolica impegnata nella formazione integrale degli studenti. La sua famiglia ha da sempre avuto collegamenti stretti con l’ambiente scolastico: entrambi i genitori hanno ricoperto ruoli educativi, mentre il fratello è diventato preside di un istituto cattolico. Questo contesto familiare ha plasmato le sue competenze relazionali e pedadogiche, favorendo in lui la capacità di dialogo, ascolto e mediazione, che si riflettono nel suo pontificato. L’abitudine della famiglia Prevost a discutere insieme problematiche educative sottolinea come l’educazione fosse un valore fondamentale nel loro quotidiano.
L’esperienza diretta di Robert Prevost come insegnante supplente ha lasciato un’impronta significativa sulla sua formazione personale e pastorale. In un ambiente scolastico caratterizzato da classi numerose e diversità culturale, Prevost si distinse per il suo approccio dialogico, basato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento critico degli studenti. Colleghi e testimoni hanno elogiato il suo carisma naturale e la disponibilità a seguire gli studenti anche oltre l’orario scolastico. Questo contatto con la realtà educativa lo ha reso sensibile alle sfide del bullismo, della dispersione scolastica e della gestione di situazioni emergenziali, competenze che ora arricchiscono la sua guida spirituale. Inoltre, il ruolo del fratello preside rafforza il legame con la scuola cattolica, sottolineando l’importanza dell’inclusione, del dialogo interculturale e della partecipazione attiva di famiglie e insegnanti nel processo educativo.
La nomina di Papa Leone XIV segna un significativo punto di svolta, con un leader ecclesiastico che conosce in prima persona i meccanismi, le difficoltà e le potenzialità del mondo educativo. Questo vissuto si traduce in una particolare attenzione pastorale verso la giustizia educativa, la formazione dei giovani e il sostegno alle scuole cattoliche. Sin dai primi giorni di pontificato, Prevost ha espresso la volontà di promuovere iniziative per aggiornare programmi scolastici, formare insegnanti e favorire la cooperazione fra famiglie, parrocchie e istituti. Le testimonianze di ex colleghi evidenziano come la scuola sia stata per lui un laboratorio permanente di umanità e servizio. In un contesto sociale complesso, il modello educativo di Leone XIV propone un equilibrio tra trasmissione del sapere e educazione ai valori universali come il dialogo, l’empatia e la responsabilità. La sua esperienza, insieme a quella familiare, suggerisce un pontificato capace di costruire ponti tra cultura, fede e formazione, in cui scuola e Chiesa collaborano per un futuro più giusto e inclusivo.
L’Atlante Italian Teacher Award, giunto alla sua sesta edizione e patrocinato da importanti realtà come United Network, Repubblica@Scuola e la Varkey Foundation, rappresenta uno dei più prestigiosi premi dedicati agli insegnanti italiani. Questo riconoscimento mette in luce docenti che, attraverso passione e innovazione, riescono a ispirare e valorizzare l’esperienza educativa degli studenti. Negli ultimi anni, la figura del docente è stata rivalutata non solo come trasmettitore di contenuti ma come protagonista dinamico di una scuola in continua evoluzione, che mira a essere un laboratorio di crescita sia accademica che sociale. L’edizione 2025 ha evidenziato la qualità e la varietà delle esperienze proposte, sottolineando il ruolo fondamentale degli insegnanti nel promuovere un apprendimento inclusivo e partecipativo. Tra le figure premiate spiccano storie significative come quella di Anna Maria Cruscomagno, che con la sua esperienza personale segnata da numerose difficoltà, ha promosso un modello educativo fondato sull’empatia e la resilienza. Per Cruscomagno, l’insegnante non è un detentore infallibile della verità, ma un compagno di viaggio capace di sostenere gli studenti nelle loro sfide, valorizzando la fragilità e la costanza come strumenti di successo. Questo approccio empatico si rivela oggi centrale nell’affrontare le crescenti difficoltà psicologiche e sociali presenti nelle scuole, favorendo un clima di fiducia e inclusione dove l’errore è concepito come parte del percorso di crescita. Un altro esempio di innovazione didattica premiata è quello di Alfonso Filippone, che con metodi sperimentali e laboratoriali ha coinvolto gli studenti in attività pratiche e interdisciplinari, stimolando competenze digitali, analitiche e critiche fondamentali per il contesto attuale. Allo stesso modo, il progetto “Mare dentro” ideato da Teresa Summa ha dimostrato come l’impegno sociale possa integrarsi con la didattica per sensibilizzare gli studenti su temi di inclusione e cittadinanza attiva, utilizzando il mare come metafora e laboratorio educativo. Nel complesso, il premio sottolinea il cambiamento della figura del docente in Italia, ora chiamato a essere mentore, innovatore e facilitatore di processi sociali, con una forte attenzione a competenze empatiche, metodologie innovative e sensibilità civica. La partnership internazionale con la Varkey Foundation arricchisce il premio, inserendo gli insegnanti italiani in una rete globale di scambio e formazione continua. In conclusione, l’Atlante Italian Teacher Award non solo premia l’eccellenza ma funge da stimolo e osservatorio privilegiato per costruire una scuola più inclusiva, moderna e orientata allo sviluppo di talenti e valori umani, confermando l’importanza di investire negli insegnanti come motore di crescita sociale e culturale del Paese.
Il 9 maggio 1950 segna una data fondamentale nella storia europea: Robert Schuman, allora ministro degli esteri francese, propose la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), inaugurando un percorso di cooperazione economica e politica tra paesi europei in un contesto di forte divisione post-bellica. Dopo le devastazioni della Seconda Guerra mondiale, l’Europa era divisa, con tensioni tra Est e Ovest e risorse strategiche controllate in modo conflittuale. La dichiarazione di Schuman rappresentò una proposta innovativa per mettere in comune la produzione di carbone e acciaio tra Francia e Germania, con apertura anche ad altri paesi, rendendo così impossibile un conflitto futuro e ponendo le basi per una pace duratura. Questo momento è celebrato annualmente come Giornata dell’Europa, simboleggiando l’unità e la cooperazione europea.
Il contesto storico prima del 1950 era segnato da profonde divisioni e difficoltà economiche, con il continente desideroso di una nuova stabilità e cooperazione. L’idea di un’Europa unita aveva radici anche nei sogni degli intellettuali confinati a Ventotene durante il regime fascista, che nel Manifesto di Ventotene auspicavano una federazione sovranazionale per superare i nazionalismi responsabili di guerre disastrose. La creazione della CECA rappresentò il primo passo concreto verso questo ideale, con sei paesi fondatori che rinunciarono a una parte della sovranità industriale per favorire pace, ricostruzione e prosperità.
Dalla firma del Trattato di Parigi nel 1951, la CECA divenne il primo organismo sovranazionale europeo dotato di reali poteri decisionali, fungendo da laboratorio per ulteriori forme di integrazione che portarono nel 1957 ai Trattati di Roma e alla nascita della Comunità Economica Europea e di EURATOM. L’integrazione europea si sviluppò nel tempo, evolvendosi in Unione Europea con istituzioni consolidate, cittadinanza comune, e politiche condivise fino all’introduzione dell’euro e agli ampliamenti successivi. La Giornata dell’Europa continua a essere un momento importante di riflessione e celebrazione dello spirito di unità, collaborazione e pace, valori indispensabili anche per affrontare le sfide attuali come cambiamenti climatici e migrazioni, confermando l’attualità e la vitalità del progetto avviato da Schuman.
La Maker Faire Rome rappresenta una delle manifestazioni europee più rilevanti nel campo dell’innovazione tecnologica e della creatività, fungendo da punto di incontro per maker, imprenditori, studenti e scuole. Questa fiera valorizza progetti che coniugano tecnologia e sostenibilità, promuovendo una cultura digitale che parte proprio dall’ambiente scolastico, considerato terreno fertile per l’innovazione e lo sviluppo di competenze tecniche e creative. La sua crescente centralità nel panorama europeo ne fa un appuntamento cruciale per chi è coinvolto nella rivoluzione digitale e culturale. L’edizione 2025, prevista per il 9 maggio, introduce importanti novità orientate a coinvolgere maggiormente le nuove generazioni e il mondo dell’istruzione. Sono previste sessioni, spazi espositivi, workshop dedicati alle scuole, sottolineando l’impegno a favorire lo sviluppo delle competenze STEM e la contaminazione tra saperi. Questo evento intende così rafforzare la cultura digitale nella scuola, offrendo occasioni di confronto tra idee e progetti innovativi. Un elemento fondamentale della XIII edizione è l’invito rivolto alle scuole italiane ed europee a presentare progetti innovativi. Tale invito offre agli istituti scolastici l’opportunità di mettersi in gioco a livello europeo, valorizzare la creatività degli studenti e dei docenti, costruire reti di collaborazione con università, imprese e centri di ricerca e promuovere la cultura dell’innovazione nella didattica e nella società. I progetti possono spaziare dalla robotica alla sostenibilità ambientale, dal digitale alla didattica inclusiva, evidenziando l’ampiezza dei temi trattati e l’attenzione all’impatto educativo e sociale.
Il fenomeno del doomscrolling si riferisce alla tendenza, diffusa soprattutto tra i giovani della Generazione Z, a scorrere in modo compulsivo notizie negative sui social e portali online, spesso per ore consecutive. Questo comportamento è aumentato sensibilmente negli ultimi anni, soprattutto in contesti di crisi sociale come pandemie o guerre, causando una notevole crescita nell’ansia giovanile. Studi recenti indicano una correlazione tra l’uso ossessivo dei social e un incremento dell’ansia, con il cervello dei giovani non adeguatamente preparato a gestire un flusso costante di informazioni ansiogene. I dati mostrano che più della metà dei giovani italiani tra i 18 e i 29 anni si dedica regolarmente al doomscrolling, con un triplicarsi dei livelli di ansia tra il 2019 e il 2023. Le cause principali sono rappresentate dal predominio di contenuti negativi, algoritmi che amplificano notizie scioccanti e mancanza di autoregolamentazione digitale. L’impatto psicologico include aumento dello stress, insonnia, irritabilità e peggioramento delle relazioni sociali, generando una spirale di ansia e isolamento. Le conseguenze si estendono anche a difficoltà scolastiche, disregolazione emotiva e disturbi del sonno, mentre si accentua la sfumatura tra vita reale e digitale nei giovani.
Per contrastare questi effetti, gli esperti suggeriscono strategie pratiche come limitare l’uso dei social a due sessioni di 15 minuti al giorno, utilizzare timer, fare digital detox e scegliere consapevolmente le fonti di informazione. Tecniche di mindfulness, come la consapevolezza delle emozioni durante la navigazione e micro-pause attive, sono proposte come valide alternative allo scrolling compulsivo, favorendo la presenza mentale e il benessere. Inoltre, il ruolo di famiglia e istituzioni è cruciale; genitori e insegnanti devono promuovere dialogo, educazione digitale e supporto psicologico, creando spazi di confronto e auto-mutuo-aiuto. La collaborazione tra i vari attori sociali è indispensabile per una prevenzione efficace e per aiutare i giovani a sviluppare autoregolazione e pensiero critico.
Infine, gli esperti ritengono che il futuro digitale della Generazione Z debba puntare a un uso equilibrato e consapevole della tecnologia, con l’implementazione da parte delle piattaforme di strumenti per il benessere digitale. Campagne di sensibilizzazione e interventi educativi sono fondamentali per indirizzare i giovani verso un internet sicuro e promuovere attività che favoriscano la crescita personale, come meditazione, sport e relazioni reali. In sintesi, affrontare il doomscrolling richiede un approccio integrato che coinvolga educazione, pratiche di mindfulness e supporto sociale per tutelare la salute mentale delle nuove generazioni e garantire loro un futuro sereno e autodeterminato.
Negli ultimi anni, la matematica italiana al femminile sta vivendo un vero e proprio momento d’oro, come sottolinea Elisabetta Strickland, professoressa e attivista per le donne in STEM. Il numero di studentesse iscritte a corsi avanzati di matematica è in crescita costante, accompagnato da un aumento significativo di riconoscimenti internazionali e premi prestigiosi conquistati da ricercatrici italiane. La Giornata mondiale delle donne in matematica, celebrata il 12 maggio, rappresenta un’occasione fondamentale per riflettere sui progressi fatti e ispirare nuove generazioni, coinvolgendo numerose iniziative in tutto il territorio nazionale che promuovono la partecipazione femminile nelle discipline scientifiche. Questo slancio è reso possibile dall’impegno di figure chiave come Strickland, che attraverso associazioni e reti di supporto favoriscono il networking e l’affermazione delle donne in ambito matematico.nnI recenti trionfi delle matematiche italiane si manifestano sia in ambito accademico sia nelle competizioni giovanili, come le Olimpiadi della Matematica, dove la presenza femminile è cresciuta notevolmente, diventando fonte di ispirazione e stimolo per le studentesse. L’aumento delle iscrizioni femminili ai corsi di laurea in matematica, ora circa il 38%, è supportato da programmi specifici di mentoring, workshop e collaborazioni internazionali. Questi risultati non solo contribuiscono a migliorare l’immagine delle donne in STEM, ma facilitano anche l’accesso a finanziamenti e reti di ricerca, alimentando un circolo virtuoso di crescita e innovazione. Le donne stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella ricerca applicata, con impatti che toccano industrie, finanza e tecnologia.nnNonostante i progressi evidenti, permangono però alcune sfide rilevanti, come le disparità salariali, la scarsa rappresentanza ai vertici decisionali e nelle commissioni di finanziamento, oltre alla necessità di iniziative di inclusione già dalla scuola primaria. Affrontare queste difficoltà richiede uno sforzo congiunto tra università, istituzioni, mondo del lavoro e società civile. La Giornata mondiale delle donne in matematica in Italia è oggi un simbolo e una piattaforma per consolidare questo cambiamento, sostenendo la crescita delle matematiche italiane e garantendo che il futuro della disciplina sia sempre più inclusivo, competitivo e femminile, capace di contribuire con forza all’innovazione e al progresso scientifico del Paese.
La dottrina sociale della Chiesa cattolica trova le sue radici nel contesto politico, economico e sociale della fine del XIX secolo, quando la rapida industrializzazione e le crescenti disuguaglianze hanno spinto la Chiesa a intervenire in modo deciso nel dibattito sulla questione sociale. L’enciclica Rerum Novarum, pubblicata nel 1891 da papa Leone XIII, rappresenta una pietra miliare che delineava per la prima volta una risposta cristiana alle sfide economiche e sociali del tempo, sottolineando il diritto alla proprietà privata, la dignità del lavoro e la necessità di solidarietà e giustizia sociale. Da quel momento, la Chiesa si è posta non solo come guida spirituale, ma anche come promotrice di un ordine morale capace di orientare le trasformazioni economiche e politiche in senso equo e umano.
Negli anni seguenti, la dottrina sociale cattolica si è evoluta attraverso il contributo di vari pontefici come Pio XI e Giovanni XXIII, che hanno confermato e ampliato l’analisi iniziale di Leone XIII adattandola ai nuovi scenari globali, dalle crisi economiche al dopoguerra, fino alle sfide della pace e dei diritti umani. Encicliche come Quadragesimo Anno e Mater et Magistra hanno introdotto concetti fondamentali come la sussidiarietà, riaffermando l’importanza dell’ordine morale e della partecipazione attiva dei cattolici nella società. Parallelamente, la Chiesa ha promosso movimenti sociali, iniziative educative e un dialogo costante con le istituzioni, sottolineando il suo impegno per la promozione della giustizia e della solidarietà su scala globale.
Nel XXI secolo, la Chiesa si trova a confrontarsi con sfide nuove e complesse legate all’intelligenza artificiale, alla digitalizzazione e alla globalizzazione che influenzano profondamente il lavoro, la dignità della persona e la coesione sociale. La dottrina sociale cattolica si propone come un riferimento indispensabile per orientare queste trasformazioni tecnologiche verso finalità etiche, ribadendo la centralità dell’ordine morale, il rispetto dei diritti umani e l’inclusione sociale. Guardando al futuro, essa continua a ispirare un impegno per costruire società più giuste, sostenibili e solidali, in cui i principi di giustizia sociale, partecipazione e dignità siano reali punti di riferimento per le scelte collettive e individuali.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) giocherà un ruolo centrale al Salone del Libro di Torino 2025, evento che si svolgerà dal 15 al 19 maggio e che ospiterà più di 40 appuntamenti dedicati a docenti, studenti e famiglie. Questa edizione del Salone, importante punto di riferimento culturale a livello italiano ed europeo, punterà su un ricco programma di seminari, laboratori e tavole rotonde che celebrano l’innovazione scolastica, con particolare attenzione alle biblioteche scolastiche innovative. Il Ministero si propone di promuovere buone pratiche educative, favorire l’incontro tra operatori del settore e il pubblico, e diffondere metodologie didattiche all’avanguardia, valorizzando esperienze e progetti maturati nelle scuole italiane.
L’aspetto più rilevante del programma è il focus sulle biblioteche scolastiche, che ormai non sono più solo luoghi fisici di conservazione dei libri ma veri centri di aggregazione educativa e innovazione digitale. Verranno presentati modelli di biblioteche digitali, iniziative di lettura inclusiva e collaborazioni tra istituti scolastici e biblioteche territoriali, affrontando anche temi come le disparità nell’accesso alle risorse educative. La collaborazione con il Senato e la Camera dei deputati arricchisce ulteriormente l’offerta, inserendo nelle attività temi di educazione civica, legalità e partecipazione democratica, trasmessi attraverso interventi didattici che coinvolgono studenti, insegnanti e famiglie in modo interattivo e inclusivo.
L’evento mira a diventare un laboratorio aperto di confronto e sperimentazione, in cui la scuola si apre al territorio e alla società civile, valorizzando l’innovazione digitale e la formazione continua. Le biblioteche scolastiche sono viste dal MIM come motore cruciale per il futuro dell’educazione in Italia, con proposte di inclusività, tecnologie immersive e reti nazionali e internazionali di collaborazione. In sintesi, la partecipazione del Ministero sottolinea una volontà politica di investire nell’istruzione come leva sociale e culturale, progettando spazi educativi aperti, accessibili e capaci di sostenere la crescita integrale delle nuove generazioni.
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