Pensioni future sotto esame: spinta sulla previdenza complementare nella Riforma pensioni 2025
Il sistema pensionistico italiano si trova oggi a un bivio cruciale caratterizzato dalla necessità di una riforma strutturale. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo ha introdotto un meccanismo basato sui versamenti effettuati dal lavoratore durante la carriera, ma ha anche comportato una diminuzione delle prestazioni pensionistiche, soprattutto per i giovani, i lavoratori con carriere discontinue e le categorie più fragili. In un contesto demografico segnato dall’invecchiamento della popolazione e dal calo della natalità, la ricerca di soluzioni per garantire pensioni future più adeguate ha portato alla proposta di una maggiore diffusione della previdenza complementare, la quale potrebbe addirittura diventare obbligatoria, per integrare il sistema pubblico tradizionale e mitigare il rischio di importi pensionistici bassi.
Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha sottolineato l’importanza di rendere la previdenza complementare un pilastro fondamentale per assicurare una sicurezza economica sufficiente ai pensionati. Parallelamente, sindacati come la Uil sostengono la proposta di adesione obbligatoria ai fondi pensione per tutta la vita lavorativa, con l’obiettivo di garantire maggiore equità tra i lavoratori del settore pubblico e privato e di prevenire situazioni di vulnerabilità economica nella terza età. Il modello italiano si confronta con esperienze europee, dove sistemi di previdenza integrativa più diffusi e incentivati hanno portato a risultati più soddisfacenti, grazie anche a una maggiore cultura finanziaria e a incentivi fiscali efficaci.
Le simulazioni INPS mostrano scenari differenti: lavoratori con carriere stabili possono contare su pensioni intorno al 60-65% dell’ultima retribuzione, mentre chi ha carriere discontinue o lavora come autonomo rischia assegni molto più bassi, a volte inferiori al 50%. La riforma pensioni 2025 mira quindi a bilanciare sostenibilità del sistema, equità sociale e responsabilità individuale. Sebbene le opportunità offerte dalla previdenza complementare siano molte, dai benefici fiscali alla possibilità di scelta, è fondamentale vigilare sui costi, trasparenza e corretta informazione affinché i cittadini possano effettivamente beneficiare di una maggiore protezione previdenziale. Le decisioni da prendere nei prossimi mesi saranno decisive per assicurare un futuro previdenziale dignitoso e sostenibile per tutti i lavoratori italiani.
La sicurezza informatica in Italia si trova attualmente in una fase critica, con l’82% delle aziende che ha subito incidenti legati all’intelligenza artificiale nell’ultimo anno. Questo dato evidenzia una vulnerabilità diffusa e pone in luce la necessità di migliorare le strategie di difesa adottate. Le minacce digitali si evolvono rapidamente e comprendono attacchi sofisticati come phishing potenziato dall’IA, malware generativi e manipolazione dei dati. La capacità delle imprese di gestire queste sfide dipende molto dalla preparazione del personale e dall’efficacia culturale e organizzativa delle aziende, aspetti che appaiono ancora insufficienti nel sistema italiano. Un importante limite riguarda proprio la formazione dei dipendenti, spesso carente e non allineata alle esigenze delle nuove minacce. Manca una cultura della sicurezza diffusa che includa aggiornamenti costanti, simulazioni di attacchi e metodologie di difesa adeguate, causando così un’anello debole nella catena protettiva delle imprese.
Un’altra criticità fondamentale è la carenza di professionisti specializzati in cybersecurity, considerata dall’83% delle aziende come la sfida principale da affrontare. La domanda supera ampiamente l’offerta in Italia, con problemi legati alle limitate opportunità formative, l’emigrazione verso l’estero e condizioni di lavoro meno competitive. Questa carenza indebolisce ulteriormente la capacità delle imprese di difendersi efficacemente contro attacchi sempre più complessi e automatizzati dall’intelligenza artificiale. A livello globale, solo il 4% delle organizzazioni può considerarsi maturo nella gestione della sicurezza informatica, mentre l’Italia presenta condizioni ulteriormente meno omogenee e più frammentate, specialmente tra le PMI, che sono spesso più vulnerabili. I rischi si concretizzano anche nel possibile impatto economico e operativo, con il 51% delle imprese italiane che prevede interruzioni delle attività causate da incidenti informatici.
Per contrastare queste minacce, si rende indispensabile una strategia integrata che includa valutazione continua del rischio, implementazione di tecnologie avanzate, collaborazione con esperti esterni e soprattutto un forte investimento nella formazione continua del personale. Le aziende più preparate già stanno integrando e-learning, simulazioni pratiche e test periodici per incrementare la consapevolezza e le competenze su attacchi basati su IA. Solo adottando un approccio olistico, che combina tecnologia, organizzazione e cultura, sarà possibile incrementare la maturità della sicurezza informatica in Italia, ridurre le vulnerabilità e prevenire danni operativi e reputazionali. La situazione richiede un impegno deciso a livello aziendale e di sistema per sviluppare professionisti qualificati e diffondere una cultura della cybersecurity efficace e resiliente nell’era digitale.
I permessi elettorali rappresentano un importante diritto riconosciuto ai lavoratori coinvolti nelle funzioni elettorali, come scrutatori, presidenti di seggio, segretari e rappresentanti di lista. Questi ruoli sono essenziali per il corretto svolgimento delle elezioni e la normativa italiana tutelata da leggi specifiche e circolari ministeriali garantisce ai dipendenti pubblici e privati il diritto di assentarsi dal lavoro con mantenimento della retribuzione e conservazione del posto. Le modalità di richiesta devono essere tempestive e corredate di documentazione ufficiale, come la lettera di nomina e l’attestato di partecipazione. Il datore di lavoro ha l’obbligo di autorizzare tali permessi evitando ripercussioni al lavoratore, mentre il rifiuto ingiustificato può determinare sanzioni e ricorsi.nnLe normative prevedono permessi retribuiti che coprono l’intero periodo necessario alle operazioni di voto e scrutinio, con possibilità di riposo compensativo in caso di attività svolte in giornate non lavorative. Il permesso non può intaccare le ferie programmate né comportare riduzioni economiche. La gestione di queste assenze deve essere coordinata tra lavoratore e ufficio del personale, che deve conservare tutta la documentazione per garantire trasparenza e rispetto delle regole. Le aziende devono adeguarsi alle disposizioni aggiornate e alle circolari ministeriali per assicurare la corretta applicazione e una gestione armonica dei permessi elettorali.nnIn sintesi, i permessi elettorali sono uno strumento cruciale per coniugare la partecipazione civica al processo democratico con le esigenze organizzative del lavoro. Il rispetto della normativa tutela i diritti del lavoratore e supporta la democrazia, richiedendo a tutte le parti coinvolte attenzione, comunicazione e aggiornamento costante. La partecipazione alle funzioni elettorali deve essere vissuta come un dovere civico e un diritto da difendere, assicurando il pieno equilibrio tra impegno elettorale e obblighi professionali.
Negli ultimi anni, le aziende italiane stanno vivendo una vera e propria rivoluzione linguistica grazie all’intelligenza artificiale (IA) che facilita la comunicazione tra professionisti in ambienti sempre più internazionali. Strumenti digitali come i traduttori automatici sono diventati indispensabili per garantire competitività sul mercato globale e rinnovare le competenze lavorative. La ricerca di DeepL, condotta su oltre 1.000 dipendenti e manager italiani, conferma questo trend, mostrando che il 60% dei professionisti si sente più sicuro a comunicare in lingue straniere con l’ausilio dell’IA. Inoltre, il 31% ha riscontrato un miglioramento nella comunicazione interna, e il 19% attribuisce un ruolo chiave all’IA nell’espansione sui mercati esteri. L’inglese si conferma la lingua principale utilizzata (92%), rafforzata dall’uso di strumenti tecnologici che aiutano a superare le difficoltà linguistiche e incrementare la sicurezza nelle interazioni lavorative.
Il beneficio principale dell’adozione dell’IA riguarda la sicurezza comunicativa, fondamentale per costruire relazioni commerciali solide e migliorare la partecipazione a riunioni e trattative internazionali. Oltre a facilitare le relazioni esterne, tali strumenti favoriscono una comunicazione interna più efficiente e inclusiva, permettendo scambi immediati e precisi tra colleghi di nazionalità diverse. Le aziende italiane, grazie all’intelligenza artificiale, possono così affrontare con successo la globalizzazione, aprendo nuove opportunità di business e consolidando la loro presenza internazionale mediante traduzioni affidabili e tempi di risposta più rapidi.
Nonostante i vantaggi evidenti, permangono alcune criticità come errori potenziali nelle traduzioni tecniche, il rischio di dipendenza dagli strumenti digitali e questioni di sicurezza dei dati. Tuttavia, con un uso consapevole e integrato alla formazione linguistica umana, l’IA rappresenta un supporto prezioso per le imprese italiane. Le prospettive future indicano un continuo miglioramento delle tecnologie di traduzione, con un uso sempre più frequente per revisioni, comunicazioni istantanee e integrazione nei processi aziendali. L’ambizione è rendere invisibile la barriera linguistica, valorizzando la diversità e favorendo la crescita professionale nel contesto della digitalizzazione globale.
Il diritto ai riposi compensativi e alla retribuzione per i lavoratori impegnati nelle funzioni elettorali come scrutatori, segretari, presidenti di seggio e rappresentanti di lista è riconosciuto dalla normativa italiana che equipara queste attività a lavoro effettivo. Le giornate di servizio ai seggi, comprese quelle festive o di riposo, sono considerate come giorni lavorativi, vietando il loro computo come ferie o permessi non retribuiti. Ai lavoratori spetta dunque la piena retribuzione per i giorni di impegno e la possibilità di usufruire di riposi compensativi in alternativa alla retribuzione aggiuntiva, con modalità di calcolo che variano a seconda dell’organizzazione della settimana lavorativa, sia essa a 5 o 6 giorni, e tenendo conto anche di particolari contratti come il part-time verticale. Le giornate di servizio presso più istituti o sezioni danno diritto a più riposi, purché non sovrapposte in uno stesso giorno. Inoltre, i rappresentanti di lista godono delle stesse tutele, compresi permessi retribuiti e riposi compensativi. Per usufruire dei riposi, è necessaria una documentazione formale e l’accordo con la dirigenza. La normativa tutela questi lavoratori evitando perdite economiche e assicurando il rispetto dei diritti, supportando così la regolarità e trasparenza delle operazioni elettorali.
Il Rapporto Gem 2025, una delle analisi più autorevoli a livello mondiale sull’imprenditorialità, ha confermato l’Italia al 34º posto nella classifica globale, evidenziando un Paese in bilico tra vecchie criticità e segnali di innovazione. La propensione imprenditoriale italiana è influenzata da fattori storici e strutturali, quali una cultura imprenditoriale non ancora diffusa, ostacoli burocratici, difficoltà di accesso al credito e un ecosistema innovativo meno coeso rispetto ad altre economie avanzate. Nonostante ciò, il tasso di attività imprenditoriale nelle fasi iniziali (TEA) è aumentato dal 2% nel 2020 al 9,6% nel 2024, segno di un rinnovato dinamismo soprattutto tra i giovani, anche se spesso motivato da necessità più che da opportunità. nnIl settore manifatturiero, tradizionalmente pilastro dell’economia italiana, ha subito una contrazione drastica di circa il 75-80% rispetto al 2010, con conseguenze negative sull’occupazione qualificata e sulla competitività internazionale. Questo declino è attribuibile a delocalizzazioni, scarsi investimenti in ricerca e sviluppo, invecchiamento della forza lavoro e difficoltà di accesso al credito, ponendo la ripresa del manifatturiero come priorità nelle politiche industriali, soprattutto alla luce delle sfide legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Sul fronte sociale, persiste un marcato divario di genere nell’imprenditoria: le donne avviano nuove imprese con un tasso inferiore del 50% rispetto agli uomini, ostacolate da barriere strutturali quali l’accesso ai finanziamenti, stereotipi di genere e la conciliazione vita-lavoro. Le start up femminili, benché in crescita, rimangono ancora indietro rispetto alla media europea.nnLe strategie suggerite per rilanciare l’imprenditorialità italiana comprendono la semplificazione normativa, il miglioramento dell’accesso al credito, il potenziamento di incubatori e acceleratori, nonché un’educazione imprenditoriale a tutti i livelli scolastici. Inoltre, la promozione specifica delle start up femminili e giovanili tramite incentivi e programmi di mentoring si presenta come fondamentale. Il Rapporto auspica un cambio di passo radicale per posizionare l’Italia entro la top 20 mondiale, valorizzando le diversità e costruendo una cultura imprenditoriale inclusiva e sostenibile. Solo attraverso un impegno condiviso tra settore pubblico e privato sarà possibile affrontare le sfide attuali, trasformandole in opportunità per partecipare attivamente alla nuova economia globale del XXI secolo.
La normativa italiana sulle assenze per malattia INPS disciplina il rapporto tra il lavoratore e il datore di lavoro, prevedendo l’obbligo di reperibilità durante le visite fiscali. Tuttavia, per i lavoratori affetti da patologie gravi come quelle oncologiche che richiedono terapie salvavita, la legge prevede l’esclusione dall’obbligo di reperibilità, tutelando così la dignità e la salute del lavoratore. Le terapie salvavita comprendono trattamenti indispensabili come chemioterapia e radioterapia, e l’esclusione dalla reperibilità si estende anche ai giorni successivi ai trattamenti in base agli effetti collaterali valutati dal medico curante.
I lavoratori con diagnosi oncologica godono di diritti speciali che includono la conservazione del posto di lavoro durante le assenze per malattia, la possibilità di richiedere part-time per motivi di salute, priorità nei trasferimenti motivati da cura, e accesso a permessi retribuiti in caso di disabilità grave riconosciuta. La guida INPS per i malati oncologici fornisce indicazioni operative precise su come usufruire dell’esclusione dalla reperibilità e sulle agevolazioni disponibili anche per i familiari che prestano assistenza, evidenziando la comunicazione tra lavoratore, datore di lavoro e INPS come fondamentale.
L’iter per l’esenzione dalla reperibilità richiede una certificazione dettagliata del medico specialista, da trasmettere all’INPS e al datore di lavoro. Nonostante la normativa sia chiara, persistono criticità come ritardi nelle valutazioni, differenze tra contratti e problemi di comunicazione. La nuova guida INPS rappresenta un passo verso una maggiore umanizzazione delle norme sul lavoro, garantendo la protezione della salute e del futuro lavorativo dei malati oncologici e dei loro familiari.
L’accreditamento rappresenta un elemento strategico fondamentale per la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane nel 2024. Accredia, l’ente unico nazionale per l’accreditamento, ha ampliato il suo ruolo garantendo standard elevati e favorendo l’innovazione e la trasparenza nei processi produttivi e gestionali. Il numero crescente di laboratori di taratura accreditati e le certificazioni ambientali e di parità di genere riflettono una domanda sempre più forte di affidabilità e responsabilità sociale ed ecologica da parte delle aziende, che vedono nell’accreditamento uno strumento essenziale per affermarsi a livello nazionale e internazionale. La crescita delle certificazioni ISO 14001, ad esempio, indica l’impegno crescente verso una gestione aziendale sostenibile e attenta all’ambiente, elemento chiave per l’accesso a mercati globali e la valorizzazione del Made in Italy.
Nel 2024, Accredia ha svolto un’intensa attività di verifica e controllo, realizzando oltre 21.200 giornate di accertamento fra organismi di certificazione, laboratori e centri prova. Queste azioni contribuiscono a preservare la fiducia nei confronti delle certificazioni e a garantire la conformità ai requisiti internazionali, promuovendo così una cultura della qualità e della trasparenza. Particolare rilievo assume l’incremento dei laboratori di taratura, che emettono certificati fondamentali per settori delicati come biomedicale, alimentare ed energetico, assicurando che le misurazioni siano attendibili e tracciabili. Inoltre, la rapida crescita delle certificazioni relative alla parità di genere evidenzia un cambiamento culturale nelle imprese italiane, con benefici in termini di inclusività, produttività e reputazione.
Guardando al futuro, l’accreditamento si configura come un pilastro dell’innovazione e della sostenibilità in Italia. Le prospettive si indirizzano verso la digitalizzazione dei processi di accreditamento, un maggiore focus su temi ESG e un allineamento continuo agli standard e alle strategie europee. Accredia gioca un ruolo cruciale nel sostenere un sistema integrato che unisce competitività, responsabilità sociale e ambientale, e modernizzazione. Solo attraverso la collaborazione tra imprese, enti certificatori, istituzioni e cittadini sarà possibile affrontare le nuove sfide del mercato globale, consolidando il ruolo dell’Italia come leader europeo nella qualità, innovazione e sostenibilità.
Negli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale (IA) ha assunto un ruolo di rilievo nelle aziende italiane, diventando un autentico motore di cambiamento nei processi produttivi e nella competitività. Secondo i dati aggiornati a maggio 2025 da Minsait, sei aziende su dieci in Italia hanno adottato o si preparano ad adottare soluzioni IA, manifestando una crescente apertura verso l’innovazione tecnologica. Questa trasformazione coinvolge sia l’efficienza operativa che la visione strategica, con molte realtà industriali pronte a integrare l’IA come elemento chiave per migliorare il proprio posizionamento nel panorama globale. L’adozione dell’intelligenza artificiale risponde soprattutto all’esigenza di automazione, analisi predittiva e innovazione dei prodotti e servizi, rappresentando un volano per contenere i costi, potenziare l’agilità aziendale e valorizzare l’insieme di dati generati quotidianamente.
Le statistiche del 2025 rivelano che il 63% delle grandi aziende italiane ha già implementato o intende presto implementare l’IA, con il 38,2% che sta già sperimentando concretamente queste tecnologie. Il 21% delle imprese ha raggiunto l’implementazione su vasta scala, mentre una quota pari al 35,4% dichiara di non avere interesse per l’IA a causa di ostacoli legati a competenze, costi, privacy e cultura organizzativa. I settori che trainano questa rivoluzione includono banche, assicurazioni, manifatturiero, retail, sanità e pubblica amministrazione, tutti caratterizzati da numerosi casi d’uso come l’automazione dei processi, la manutenzione predittiva, la personalizzazione dei servizi e la gestione avanzata dei dati. L’impatto economico stimato è rilevante, con un incremento della produttività aziendale potenzialmente pari a 115 miliardi di euro, che può generare occupazione e crescita per l’intero sistema nazionale.
Nonostante le opportunità, la diffusione dell’IA in Italia incontra sfide significative, quali la carenza di figure professionali specializzate, gli investimenti ingenti per l’adozione, le preoccupazioni sulla tutela dei dati personali e la resistenza culturale al cambiamento. Per superare questi limiti è fondamentale puntare su formazione continua, collaborazione tra imprese, università e istituzioni, oltre a sviluppare un approccio etico e sostenibile nell’uso dell’IA. Secondo le previsioni, l’Italia ha il potenziale per colmare il divario tecnologico con altri paesi europei entro la fine del decennio, trasformandosi in un hub di eccellenza per le tecnologie IA e l’innovazione. Le imprese italiane che sapranno integrare efficacemente l’intelligenza artificiale nei processi lavorativi saranno protagoniste della nuova era digitale, rilanciando produttività, competitività e qualità del made in Italy nel mondo.
Nestlé in Italia nel 2024 ha raggiunto un traguardo significativo generando un valore condiviso di 4,4 miliardi di euro, rappresentando lo 0,2% del PIL nazionale e segnando una crescita del 5% rispetto al 2022. Questo risultato è il frutto di una strategia integrata che combina crescita economica con responsabilità sociale e sostenibilità, distribuendo valore tra lavoratori, Stato e fornitori. L’impatto economico si estende oltre il fatturato diretto, coinvolgendo una vasta filiera produttiva e rafforzando connessioni con le piccole e medie imprese italiane. Il concetto di valore condiviso è alla base della strategia Nestlé, che mira a generare benefici non solo economici ma anche sociali e ambientali, adottando pratiche ESG e promuovendo un modello di business sostenibile e inclusivo. Nel 2024 l’azienda ha intensificato investimenti in innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e partnership con enti locali, startup e fornitori, contribuendo a occupazione qualificata e sviluppo economico territoriale. La distribuzione del valore prodotto vede il 93% dei ricavi ridistribuito come salari, imposte e pagamenti a fornitori, con importanti donazioni per oltre 3,8 milioni di euro in progetti sociali, educativi e di emergenza. L’impegno nella sostenibilità ambientale include riduzione dell’impronta carbonica, uso di energie rinnovabili e promozione dell’agricoltura rigenerativa. Nestlé si pone come modello di azienda responsabile e punto di riferimento per la crescita sostenibile in Italia, con prospettive future orientate all’innovazione, alle partnership pubblico-private e al rafforzamento della sua leadership economica e sociale nel Paese.
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