Sovraesposizione Digitale: Giovani Inglesi e il Desiderio di un Mondo senza Internet
La crescente consapevolezza della dipendenza da smartphone e dell’uso problematico dei social media tra i giovani inglesi segna una significativa crisi digitale nel Regno Unito. Secondo un’indagine del British Standards Institution (BSI), metà dei giovani desidera vivere in un mondo senza Internet, riflettendo una pressione costante e una sovraesposizione che influiscono negativamente sulla loro salute mentale. I dati evidenziano come il 70% si senta peggio dopo aver utilizzato i social media, e il 50% sostiene l’istituzione di un coprifuoco digitale serale per limitare l’uso di dispositivi elettronici. La ricerca rivela anche un fenomeno preoccupante legato alle false identità online, con molti giovani che ammettono di mentire o di possedere profili multipli per spiare o fingere di essere qualcun altro, sintomo di insicurezza emotiva e fragilità psicologica.
L’impatto sulla salute mentale è evidente e allarmante: la pressione del confronto sociale, l’ansia da esclusione (FOMO), dipendenza da like e notifiche, disturbi del sonno e isolamento sono solo alcuni degli effetti negativi descritti. Quasi la metà dei giovani desidera un digital detox per ritrovare relazioni autentiche, migliorare il sonno e ridurre l’ansia. Le istituzioni e le scuole stanno iniziando a rispondere con campagne di educazione digitale, regolamenti sull’uso del telefono e supporto psicologico, cercando di contenere i dilaganti problemi d’ansia e depressione associati all’uso eccessivo di social e smartphone.
Le soluzioni suggerite puntano su un approccio multi-livello che coinvolge famiglie, scuole e piattaforme digitali. Controllo del tempo online, educazione consapevole, promozione di attività alternative e supporto psicologico sono indispensabili per aiutare i giovani a ristabilire un equilibrio sano tra vita reale e virtuale. La fotografia del BSI rappresenta un monito a elaborare nuove strategie per rispondere al disagio crescente, consentendo così alle nuove generazioni di gestire autonomamente e con serenità la loro presenza nel mondo digitale.
Il sistema scolastico italiano sta attraversando una fase critica, evidenziata durante il convegno SNALS di Roma dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha preso spunto da una frase simbolica pronunciata da una dirigente scolastica: “Faccia quello che può”. Questa espressione ha scatenato un acceso dibattito sullo stato della scuola e sul valore riconosciuto ai docenti, che troppo spesso si trovano in condizioni di isolamento e scarsità di risorse. Il Ministro ha sottolineato come tale atteggiamento rappresenti un fallimento non solo individuale, ma dell’intera società italiana, rimarcando l’importanza di riconoscere e sostenere il ruolo chiave degli insegnanti che formano le future generazioni. La responsabilità di garantire un ambiente educativo funzionale è condivisa tra dirigenti, personale scolastico, studenti, famiglie e istituzioni, e solo un impegno collettivo può risollevare la scuola italiana.
Un altro aspetto allarmante emerso è l’aumento significativo delle aggressioni, sia verbali che fisiche, ai danni dei docenti, sintomo di un disagio sociale profondo e di una crescente perdita di autorevolezza degli insegnanti. Valditara ha fortemente promosso l’introduzione di sanzioni severe per gli aggressori, oltre a rafforzare la sicurezza negli istituti scolastici e avviare percorsi formativi per una migliore gestione dei conflitti. Queste misure si inseriscono in un più ampio progetto di tutela e valorizzazione del personale educativo, necessario affinché la scuola possa ritornare ad essere un luogo sicuro e di crescita. Parallelamente, il convegno ha evidenziato la necessità di innovare didatticamente il sistema attraverso l’uso di tecnologie digitali, metodologie attive e percorsi personalizzati, con l’obiettivo di modernizzare l’insegnamento e restituire centralità agli insegnanti come agenti di cambiamento.
Infine, il Ministro ha posto grande enfasi sulla riduzione del valore sociale della professione docente, proponendo interventi concreti per migliorarne le condizioni lavorative e il riconoscimento economico, come l’aumento degli stipendi, premi per la meritocrazia e miglioramenti infrastrutturali. Le politiche attuali mirano a colmare le disparità territoriali e a semplificare la burocrazia, ma rimane una larga sfida che coinvolge tutta la società italiana. Solo attraverso un impegno comune basato sulla responsabilità collettiva, il rispetto e la valorizzazione della figura docente la scuola potrà tornare a essere un fulcro di crescita sociale e cittadinanza attiva, riflettendo così la qualità dell’intera nazione.
L’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia ATA per il 2024 rappresenta un momento cruciale per il personale non docente nelle scuole pubbliche italiane. A maggio 2025, la riapertura delle funzioni SIDI ha permesso alle segreterie di gestire l’inserimento e la regolarizzazione delle posizioni dei candidati, in particolare per lo scioglimento della riserva entro il 12 maggio 2025. Questa fase è fondamentale per coloro che, inizialmente privi di uno o più titoli richiesti, devono ora presentare o completare la documentazione necessaria per essere inseriti nelle graduatorie a pieno titolo. La procedura è però complicata dalla mancanza di indicazioni operative chiare da parte del Ministero e dalla necessità di verificare la validità della Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale (CIAD), che deve essere conseguita entro il 30 aprile 2025 per garantirsi l’inserimento definitivo.
Le funzioni del Sistema Informativo dell’Istruzione (SIDI) sono al centro della gestione delle graduatorie, consentendo alle scuole di aggiornare dati, effettuare controlli e procedere con depennamenti o inserimenti definitivi. Un’ulteriore novità riguarda la possibilità per i candidati che non hanno ancora una CIAD valida di presentare una dichiarazione tramite posta elettronica certificata (PEC) alla scuola capofila, al fine di regolarizzare la propria posizione. Tuttavia, le segreterie scolastiche denunciano difficoltà operative dovute a istruzioni incomplete e tempi ristretti per la verifica, soprattutto in relazione alla varietà dei certificati presentati.
Per i candidati, è essenziale monitorare costantemente la propria posizione tramite i canali ufficiali, assicurarsi di avere la CIAD valida o inviare tempestivamente la dichiarazione tramite PEC, e conservare tutte le ricevute delle operazioni effettuate. Le segreterie, invece, devono organizzarsi con procedure chiare, collaborare con le scuole vicine e utilizzare efficacemente le funzioni SIDI per gestire domande e scadenze, al fine di preparare correttamente le graduatorie definitive per il triennio 2024/2027. L’intera procedura richiede una stretta collaborazione tra Ministero, scuole e candidati per superare le criticità e garantire trasparenza e regolarità nel reclutamento del personale ATA.
L’apertura dell’anno scolastico 2025 in Italia è segnata da un acceso dibattito sul costo crescente dei libri di testo, che rappresenta una sfida significativa per molte famiglie. Gli incrementi a doppia cifra nei prezzi, combinati con l’inflazione e l’aumento generale dei costi, portano la spesa media per studente a superare i 300 euro per le medie e i 500 euro per le superiori, escludendo i costi per dispositivi tecnologici necessari per i libri digitali. Questa situazione mette in luce non solo un problema economico, ma anche sociale, poiché ostacola l’accesso equo all’istruzione. Le scuole italiane, attraverso i collegi docenti, devono quindi prendere decisioni cruciali sulla scelta tra libri cartacei e digitali, considerando non solo il prezzo ma anche le implicazioni pedagogiche e tecnologiche.
La distinzione tra libri cartacei e digitali è complessa: i libri cartacei sono tradizionalmente apprezzati per la loro facilità d’uso e accessibilità senza bisogno di dispositivi elettronici, mentre i libri digitali offrono leggerezza, aggiornabilità e funzionalità interattive. Tuttavia, l’adozione del digitale comporta problemi come la necessità di dispositivi aggiornati, competenze digitali adeguate e una buona infrastruttura IT, elementi non sempre disponibili in tutte le scuole o famiglie. I collegi docenti valutano questi fattori insieme alle condizioni sociali e alle risorse delle famiglie, cercando un equilibrio tra innovazione e inclusione. Il ruolo di questi organi è cruciale nell’adottare testi che facilitino l’apprendimento e siano accessibili a tutti gli studenti, evitando che la tecnologia diventi una barriera nuova.
I vantaggi dei libri digitali includono aggiornamenti frequenti, riduzione del peso degli zaini, supporti multimediali e potenziale risparmio nel lungo termine. Tuttavia, emergono criticità come il digital divide, costi nascosti legati al mantenimento dei dispositivi, affaticamento visivo e mancanza di formazione adeguata per docenti e studenti. Per questo motivo, molte famiglie adottano strategie per risparmiare, come l’acquisto di libri usati o il comodato d’uso. Il percorso verso una digitalizzazione sostenibile richiede investimenti in infrastrutture, formazione e politiche di sostegno per garantire equità. In conclusione, la sfida principale rimane trovare un equilibrio tra innovazione, sostenibilità economica e inclusività, affinché la tecnologia diventi un reale strumento di crescita educativa e sociale in Italia.
La Legge 150/2024 introduce una riforma significativa nel sistema scolastico italiano, concentrandosi sulla valutazione degli studenti, il comportamento e le modalità di ammissione agli esami per l’anno scolastico 2024/2025. La normativa mira a garantire maggiore oggettività, trasparenza e coerenza nei processi valutativi, superando l’approccio numerico tradizionale in favore di una valutazione multimodale che integra conoscenze, competenze e atteggiamenti. Importanza centrale è data anche alle competenze trasversali, come il lavoro di gruppo e la capacità di risolvere problemi, e all’inclusione del comportamento come elemento strutturale della valutazione. Le griglie di valutazione devono essere condivise, chiare e pubblicate all’inizio dell’anno scolastico, favorendo così la trasparenza con studenti e famiglie. La legge introduce un voto di comportamento dettagliato, che incide sull’ammissione agli esami e sull’attribuzione del credito scolastico, con piani di miglioramento personalizzati e procedure di riesame in caso di contestazioni.
Per l’ammissione agli esami di Stato, la legge stabilisce nuovi criteri includendo frequenza minima, comportamento, partecipazione attiva e risultati scolastici, con la possibilità di un colloquio integrativo per casi particolari. Inoltre, il credito scolastico si assegna ora con criteri più trasparenti e condivisi dal Consiglio di Classe, includendo il comportamento e le attività extracurriculari, e può aumentare per meriti particolari o esperienze internazionali. La digitalizzazione agevola il monitoraggio trasparente delle valutazioni, coinvolgendo studenti, docenti e famiglie in modo più diretto e dinamico.
La riforma si allinea inoltre con gli standard europei, semplificando il riconoscimento delle competenze e la mobilità degli studenti nell’Unione Europea. Sebbene la riforma presenti punti di forza come trasparenza e valorizzazione delle competenze trasversali, affronta anche criticità legate alla formazione continua degli insegnanti, complessità amministrative e possibili disparità tra istituti. Le associazioni studentesche e i sindacati accolgono positivamente il cambiamento, chiedendo però tempi adeguati e uniformità applicativa. In conclusione, la Legge 150/2024 rappresenta un importante passo verso una scuola più inclusiva e moderna, ma il suo successo dipenderà dall’impegno coordinato di tutte le componenti coinvolte nel sistema educativo.
Il recente convegno organizzato dall’Accademia dei Lincei a Roma ha messo sotto i riflettori il controllo della forma delle proteine come strategia emergente per combattere diverse malattie. Questo campo, denominato controllo conformazionale delle proteine, permette di modulare la struttura tridimensionale delle proteine influenzandone le funzioni biologiche, aprendo la strada a terapie innovative. Gli esperti coinvolti, come Jean-Pierre Changeux, hanno evidenziato come la plasticità strutturale delle proteine possa essere sfruttata per intervenire in malattie complesse quali tumori e disturbi neurodegenerativi. Parallelamente, Giorgio Parisi ha approfondito il fenomeno del ripiegamento proteico, sottolineando come errori in tale processo possano causare gravi patologie e come sia fondamentale sviluppare strumenti per guidare e prevedere tali cambiamenti conformazionali. L’esempio dell’emoglobina è stato citato come modello paradigmatico di proteina il cui funzionamento dipende da precise transizioni strutturali, suggerendo nuove opportunità per interventi terapeutici personalizzati. Questi progressi hanno già portato allo sviluppo di numerosi farmaci capaci di bloccare proteine nella forma funzionale desiderata, con grande impatto sul trattamento di patologie virali, oncologiche e neurodegenerative. In futuro, l’uso di tecnologie avanzate come la cristallografia a raggi X, la criomicroscopia elettronica e l’intelligenza artificiale permetterà di ottenere una comprensione ancora più dettagliata e un controllo preciso sul ripiegamento proteico. Questo promette terapie altamente selettive, con minori effetti collaterali e personalizzazione delle cure. Roma, con i suoi centri d’eccellenza, si sta affermando come centro nevralgico per la ricerca biomedica internazionale in questo settore, favorendo la rapida traduzione dei risultati scientifici in applicazioni cliniche. Tuttavia, permangono sfide legate ai costi elevati, alla complessità tecnologica, ai potenziali effetti collaterali e alle questioni etiche relative all’intervento sulla struttura delle molecole della vita. È cruciale mantenere elevati standard di sperimentazione e vigilanza per garantire sicurezza ed equità nell’accesso a queste nuove terapie. In sintesi, il controllo della forma delle proteine rappresenta una delle frontiere più promettenti per una medicina personalizzata ed efficace, capace di affrontare malattie finora difficili da trattare e di migliorare significativamente la qualità della vita. La comunità scientifica internazionale, con un ruolo di primo piano per Roma e l’Accademia dei Lincei, è chiamata a proseguire questa sfida con responsabilità e innovazione, per offrire nuove speranze ai pazienti di tutto il mondo.
La recente scoperta ottenuta grazie agli strumenti astronomici avanzati VLT e ALMA ha permesso di osservare la fusione di due galassie avvenuta oltre 11 miliardi di anni fa, fornendo nuovi approfondimenti sull’influenza delle radiazioni emesse da un quasar sulla formazione stellare. Un quasar attivo, ospitato da una delle due galassie in collisione, ha emesso radiazioni così intense da alterare le condizioni delle nubi di gas e polvere nella galassia compagna, essenziali per la nascita di nuove stelle. Questa interazione dimostra un meccanismo di “feedback negativo” dove i nuclei galattici attivi possono reprimere la produzione stellare, spiegando fenomeni osservati in galassie ricche di gas ma inattive dal punto di vista della formazione stellare. Le osservazioni rivelano inoltre le dinamiche veloci tra i nuclei galattici, con movimenti a circa 500 km/s, sottolineando la complessità dell’interazione gravitazionale durante la fusione. Questi risultati hanno importanti ricadute sulla nostra comprensione dell’evoluzione dell’universo, soprattutto in epoche remote quando le fusioni galattiche erano più frequenti e i quasar potevano modulare la crescita e l’attività delle galassie. L’ESO, attraverso VLT e ALMA, si conferma all’avanguardia nello studio delle galassie lontane e dei fenomeni di fusione, puntando a sviluppare ulteriori strumenti e collaborazioni per esplorare con maggior dettaglio queste complesse interazioni cosmiche. Il futuro dell’astronomia prevede di estendere questi studi, con telescopi di nuova generazione come l’Extremely Large Telescope (ELT), per approfondire quanto osservato e modellare con precisione i processi evolutivi legati ai quasar e alla struttura delle galassie nell’universo primordiale.
La rivista “Del futuro”, presentata il 21 maggio 2025 da Valeria Vittimberga al Forum PA 2025, è una nuova iniziativa dell’INPS volta a rafforzare la comunicazione interna e valorizzare le competenze dei suoi dipendenti. Questo progetto editoriale nasce con l’obiettivo di diventare un canale di dialogo inclusivo, che coinvolga sia il personale interno sia la società civile, promuovendo un confronto costruttivo che contribuisca all’innovazione e al miglioramento dei servizi pubblici. Valeria Vittimberga ha evidenziato come questa rivista rappresenti una svolta culturale e professionale per l’INPS, stimolando la partecipazione attiva dei lavoratori e incoraggiando un clima di collaborazione e pluralismo dentro l’ente.
La mission di “Del futuro” si concentra nella valorizzazione delle competenze interne, nell’innovazione nel settore pubblico e nella creazione di una cultura organizzativa basata sul dialogo e sull’ascolto. La rivista offrirà rubriche, dossier e interviste dedicate alle eccellenze interne, raccontando storie di formazione e innovazione che possano ispirare tutta la comunità INPS. Inoltre, si configura come uno strumento per favorire la trasparenza e la condivisione di informazioni, aumentando il senso di appartenenza e la motivazione tra i dipendenti, elementi fondamentali per affrontare le sfide di un sistema complesso e distribuito sul territorio nazionale.
Oltre alla comunicazione interna, la rivista assumerà un ruolo strategico come canale di dialogo esterno, accessibile a cittadini, media, ricercatori e stakeholder. Questo contribuirà a costruire una immagine dell’INPS più trasparente, aperta e innovativa. L’obiettivo a lungo termine è che “Del futuro” diventi un modello replicabile all’interno della pubblica amministrazione italiana, capace di coniugare innovazione tecnologica, valorizzazione delle risorse umane e partecipazione attiva, promuovendo un cambiamento duraturo e collettivo a beneficio del sistema Paese.
Xiaomi ha celebrato i suoi 15 anni con un evento a Pechino, annunciando un’importante svolta tecnologica: il debutto del primo SoC proprietario, lo Xiaomi XRING O1, realizzato con tecnologia a 3nm. Questo chip, integrato nei nuovi dispositivi Xiaomi 15S Pro e Pad 7 Ultra, segna un passo cruciale verso l’indipendenza tecnologica e l’innovazione hardware dell’azienda. Con un’impressionante densità di 19 miliardi di transistor, l’XRING O1 promette performance elevate e un’efficienza energetica superiore, posizionando Xiaomi tra i produttori di chip più avanzati al mondo. L’investimento di 13,5 miliardi di RMB in ricerca e sviluppo sottolinea l’ambizione di Xiaomi di assumere un ruolo di primo piano nel panorama tech globale, combinando software e hardware proprietari per creare prodotti ottimizzati e all’avanguardia.
Il primo smartphone ad ospitare il SoC XRING O1 è il Xiaomi 15S Pro, device premium con caratteristiche di alto livello quali display AMOLED QHD+ a 120Hz, fotocamera da 200MP con ottiche Leica, batteria da 5000mAh con ricarica ultra-rapida e sistema operativo MIUI basato su Android 15. In parallelo, il Xiaomi Pad 7 Ultra consolida la proposta con un tablet potente e versatile, dotato di schermo UHD da 12,5 pollici, supporto per penna attiva, connettività 5G/6G e audio Dolby Atmos. Entrambi i dispositivi beneficiano dell’efficienza e della potenza del chip proprietario, migliorando esperienze di gaming, produttività e intelligenza artificiale. Questa mossa si inserisce in una più ampia strategia di Xiaomi che punta a rafforzare il proprio ecosistema e a consolidare il controllo sulla propria tecnologia core, mitigando rischi geopolitici e ampliando l’offerta high-tech.
Dal punto di vista globale, Xiaomi si pone come una nuova forza nel comparto dei semiconduttori, affiancandosi a giganti come Apple, Samsung e Huawei. L’adozione di un SoC proprietario consente all’azienda di differenziarsi e di esercitare un maggiore controllo su prestazioni, sicurezza e innovazione futura, pur affrontando sfide legate al continuo aggiornamento e alla gestione della supply chain. L’impatto per il mercato cinese è significativo, stimolando l’ecosistema tecnologico locale con benefici sull’intera filiera produttiva e aprendo la strada a nuove collaborazioni accademiche e industriali. A livello internazionale, questo sviluppo rappresenta una sfida concreta e un contributo all’evoluzione tecnologica globale. In conclusione, il lancio dello Xiaomi XRING O1 segna una pietra miliare per l’azienda, aprendo nuovi orizzonti per la ricerca e la produzione di dispositivi intelligenti e interconnessi a livello mondiale.
Nel maggio 2025, Intel ha lanciato i nuovi processori Intel Xeon 6, una svolta significativa nel settore dei sistemi AI basati su GPU. Questi processori sono progettati per soddisfare le crescenti esigenze di prestazioni e affidabilità nel campo dell’intelligenza artificiale, soprattutto per ambienti di data center e applicazioni complesse. Il modello di punta, Xeon 6776P, si distingue per l’architettura avanzata basata su Performance core di ultima generazione, frequenze di clock personalizzabili tramite tecnologie innovative come Priority Core Turbo e Intel SST-TF, ottimizzazione per GPU di fascia alta e un miglioramento dell’efficienza energetica fino al 30% rispetto ai modelli precedenti. Queste caratteristiche rendono la nuova linea Xeon 6 una delle migliori soluzioni CPU sul mercato per l’AI. Le tecnologie Priority Core Turbo e Intel SST-TF rappresentano un cambiamento fondamentale, consentendo di assegnare priorità ai carichi critici e gestire frequenze di core differenti in modo dinamico ed efficiente, con conseguente miglioramento delle prestazioni e riduzione del consumo energetico. La collaborazione con NVIDIA, in particolare l’integrazione del Xeon 6776P nel sistema DGX B300, dimostra la compatibilità e il valore aggiunto di questi processori nelle piattaforme AI all’avanguardia. Parallelamente, il miglioramento dell’efficienza energetica supporta la sostenibilità ambientale e la riduzione dei costi operativi nei data center. L’impatto sui sistemi AI basati su GPU è notevole: i processori facilitano la comunicazione e la sincronizzazione con le GPU, massimizzano la larghezza di banda della memoria e minimizzano i colli di bottiglia, incrementando la velocità di training e deployment di modelli AI complessi. Disponibili immediatamente sul mercato, questi nuovi Xeon 6 promettono di diventare standard di riferimento in molteplici settori quali cloud computing, sanità, automotive, finanza e cybersicurezza. Rispetto alle generazioni precedenti, offrono un significativo incremento del numero di core e thread, miglioramento della virtualizzazione, riduzione delle latenze e un’efficienza energetica superiore. Le applicazioni pratiche spaziano dall’accelerazione di diagnostica medica e analisi genomiche, all’ottimizzazione di strategie finanziarie, all’automazione industriale intelligente e alla sicurezza informatica basata su riconoscimento avanzato di pattern. Le CPU Intel Xeon 6 permettono inoltre riduzioni di tempi nel training e reporting dei modelli AI, con conseguente contenimento dei costi hardware e di manutenzione. In definitiva, questa nuova generazione di processori rappresenta una pietra miliare nel calcolo ad alte prestazioni, abbinando innovazioni tecnologiche all’efficienza energetica e alla sostenibilità. Con il modello Xeon 6776P e le tecnologie Priority Core Turbo e Intel SST-TF, Intel si conferma leader nella realizzazione di CPU ottimizzate per sistemi AI basati su GPU, ponendo le basi per un futuro sempre più connesso e intelligente nel campo dell’intelligenza artificiale e del machine learning.
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