Western Digital scommette sul futuro: investimento in Cerabyte rivoluziona l’archiviazione digitale con supporti in ceramica da 5.000 anni
L’innovazione nell’archiviazione dati sta vivendo una svolta significativa grazie all’investimento di Western Digital nella startup tedesca Cerabyte. In un’epoca in cui la quantità di dati prodotti cresce esponenzialmente e la necessità di conservare informazioni vitali per decenni diventa imperativa, i tradizionali supporti come hard disk, SSD e nastri magnetici mostrano limiti rilevanti, con durate che spesso non superano i 20-30 anni. Cerabyte introduce una tecnologia basata su supporti in ceramica capaci di garantire una conservazione dei dati superiore a 5.000 anni, eliminando problemi come degrado fisico e smagnetizzazione, e proponendosi come una soluzione definitiva per la memoria digitale a lungo termine. Western Digital ha scelto di puntare su questa innovazione strategica per ampliare il mercato delle soluzioni di storage, puntando a un costo per terabyte ridotto a un dollaro entro il 2030, fattore che potrebbe rivoluzionare il settore.
La tecnologia di Cerabyte si fonda sull’incisione di dati a livello micron o nanometrico su superfici ceramiche, che non solo garantiscono una durata senza precedenti, ma anche una resistenza straordinaria a condizioni estreme quali calore, fuoco, radiazioni, umidità e agenti corrosivi. Questa natura immune agli effetti ambientali lo rende ideale per archivi strategici e backup ad alta sicurezza, offrendo una robustezza che si traduce in conservazione affidabile per millenni, un concetto definito come un’“Arca di Noè” digitale. La ceramica come materiale porta inoltre vantaggi economici e ambientali, grazie alla ridotta manutenzione e al basso consumo energetico richiesto per la conservazione.
Nonostante questi promettenti sviluppi, permangono sfide da affrontare, tra cui lo sviluppo di standard universali per la lettura dei dati incisi su ceramica e l’ottimizzazione delle velocità di scrittura e lettura per un’adozione su larga scala. Western Digital, forte della sua esperienza, punta a superare tali ostacoli, mirando a far diventare questa tecnologia il nuovo standard nell’archiviazione digitale resiliente. La competizione con altre tecnologie emergenti mette in luce il potenziale superiore della ceramica in termini di durata e costi. L’investimento rappresenta quindi un impegno cruciale verso un futuro dove l’archiviazione digitale sarà non solo più duratura e sicura, ma anche accessibile e sostenibile.
Samsung ha rivoluzionato il mondo del gaming competitivo con il lancio del monitor Odyssey OLED G6, il primo sul mercato a offrire un refresh rate incredibile di 500Hz. Questo monitor da 27 pollici con tecnologia QD-OLED rappresenta un passo avanti significativo nell’offrire ai videogiocatori la combinazione ideale di velocità, qualità delle immagini e affidabilità. Con una risoluzione QHD di 2560 x 1440 pixel, luminosità fino a 1.000 nit e un tempo di risposta ultrarapido di 0,03 ms, l’Odyssey OLED G6 garantisce fluidità e precisione impareggiabili, elementi fondamentali per chi compete su titoli FPS, MOBA e battle-royale. Inoltre, Samsung ha integrato tecnologie anti riflesso e anti burn-in, assicurando comfort visivo e lunga durata del pannello anche in uso intenso e prolungato.nnIl valore del refresh rate a 500Hz si traduce in un vantaggio competitivo concreto, poiché permette di visualizzare più fotogrammi al secondo e reagire con maggiore immediatezza ai movimenti nel gioco. La tecnologia QD-OLED garantisce una resa cromatica vivida e neri profondi, mentre la certificazione Pantone assicura una fedeltà cromatica senza precedenti, interessante anche per professionisti dell’immagine come designer e fotografi. Il monitor è dunque un prodotto ibrido, capace di offrire prestazioni al top sia in ambito gaming che professionale.nnSamsung, con l’Odyssey OLED G6, si conferma leader nel mercato dei monitor gaming, anticipando le tendenze tecnologiche del 2025 con caratteristiche avanzate e design ergonomico. Rispetto ai concorrenti, questa soluzione si distingue per il refresh rate estremo, la qualità avanzata di pannello e colori, la protezione da riflessi e burn-in, e un’esperienza utente completa e intuitiva. Grazie a queste innovazioni, il monitor è indicato non solo per eSportivi e creativi digitali, ma anche per appassionati di tecnologia che cercano il massimo dalle proprie sessioni di gioco o lavoro grafico.
Negli ultimi mesi, la comunità tecnologica ha affrontato una crisi significativa riguardante le CPU AMD Ryzen 9000, in particolare il modello Ryzen 7 9800X3D. Numerosi utenti, soprattutto su Reddit, hanno segnalato problemi di stabilità e addirittura danni irreversibili alle CPU, spesso associati a schede madri ASRock. L’attenzione si è concentrata sulla gestione dinamica della tensione SoC, elemento cruciale per le prestazioni e la longevità del processore. ASRock ha risposto con un aggiornamento BIOS (versione 3.20) e la comunità tecnica, insieme a influencer come Tech Yes City, sta indagando le cause di questi guasti per trovare soluzioni efficaci. Questa vicenda ha sollevato forte interesse e preoccupazione tra gli appassionati e professionisti del settore hardware.
Le prime segnalazioni dei guasti sono emerse soprattutto dai forum online, dove gli utenti hanno descritto crash improvvisi, temperature anomale e danni fisici visibili sulle CPU e schede madri. Una correlazione significativa è stata evidenziata tra le CPU Ryzen 7 9800X3D e le schede madri ASRock di ultima generazione. L’elemento critico sembra essere una gestione errata o inefficace della tensione SoC, che in alcuni casi supera i limiti sicuri, specialmente in presenza di overclock o configurazioni non ottimali. ASRock inizialmente ha negato responsabilità dirette, attribuendo i problemi a errate configurazioni o presunti difetti delle CPU, ma ha poi avviato aggiornamenti firmware per mitigare i rischi.
Per affrontare la crisi, ASRock ha rilasciato l’aggiornamento BIOS 3.20, mirato a migliorare la gestione della tensione SoC, introducendo limiti più rigidi e protezioni contro picchi dannosi. Nonostante riscontri positivi, permangono segnalazioni di instabilità che indicano la necessità di ulteriori interventi. L’inchiesta di Tech Yes City ha confermato anomalie nei picchi di tensione e ha evidenziato la componente variabile della qualità delle CPU. Le raccomandazioni più diffuse includono aggiornare il BIOS, evitare overclock automatici, limitare manualmente la tensione SoC e monitorare costantemente temperature e valori elettrici. La comunità resta attiva e in attesa di ulteriori comunicazioni da parte di AMD e ASRock, consapevole che la soluzione definitiva richiederà collaborazione, trasparenza e aggiornamenti mirati.
Il Menu Start di Windows 11 rappresenta un elemento iconico e centrale nell’esperienza utente del sistema operativo Microsoft, che ha voluto aprire una nuova fase di trasparenza con la serie “Beyond the Surface”. Questa serie svela i processi creativi e decisionali dietro il design del Menu Start, presentando non solo la versione definitiva ma anche molti concept originali e prototipi scartati. La progettazione ha coinvolto un team multidisciplinare e più di 300 utenti reali, sottolineando l’importanza della user experience e del design centrato sull’uomo. Il lavoro ha incluso una vasta gamma di alternative, da layout minimali a soluzioni modulari e integrazioni con servizi cloud, testate su diversi dispositivi come touchscreen e schermi multipli per garantire coerenza e adattabilità. L’impegno nel dialogo tra creatività e feedback ha portato a una scelta equilibrata tra innovazione e continuità rispetto al passato, con principi di chiarezza, immediatezza e personalizzazione intelligente. Questo processo rappresenta un modello di design partecipato, in cui anche le idee scartate contribuiscono a migliorare il prodotto finale. Inoltre, il Menu Start ha un forte impatto culturale e storico, essendo uno dei simboli più riconoscibili e amati dell’interfaccia utente moderna. Il racconto di Microsoft non solo soddisfa la curiosità dei fan, ma invita a riflettere sul valore dell’innovazione trasparente e collaborativa per il futuro dell’informatica.
Il 13 maggio 2025 SpaceX ha eseguito un importante lancio dalla base di Cape Canaveral, immettendo in orbita 28 nuovi satelliti Starlink. Questo evento rappresenta un significativo passo avanti nel progetto Starlink, che mira a fornire connettività Internet globale ad alta velocità e bassa latenza attraverso una rete di satelliti in orbita bassa. Il lancio è stato effettuato con un razzo Falcon 9, noto per la sua affidabilità e innovazione, e ha incluso il successo dell’atterraggio del primo stadio su una nave drone in mare, permettendo così il riutilizzo del razzo e un notevole risparmio economico e ambientale. Questa missione sottolinea la continua crescita di SpaceX nel settore spaziale, evidenziando la combinazione di tecnologia d’avanguardia e pratiche sostenibili.
La tecnologia Starlink cambia il paradigma della connettività, portando Internet anche in aree rurali o remote dove l’infrastruttura terrestre è carente o inesistente. Con oltre 30.000 satelliti previsti entro il 2027, la rete diventerà sempre più capillare e resiliente, garantendo migliori performance di rete per utenti privati, aziende, istituzioni e organizzazioni umanitarie. Nonostante alcune preoccupazioni riguardo l’affollamento orbitale e l’impatto sulle osservazioni astronomiche, SpaceX ha adottato misure per minimizzare tali rischi, promuovendo un uso responsabile dello spazio. Il progetto Starlink dunque rappresenta una svolta per l’accesso digitale universale e la riduzione del digital divide a livello globale.
Il lancio a Cape Canaveral, storica base spaziale, rafforza l’eredità delle esplorazioni spaziali statunitensi ed il ruolo di SpaceX come protagonista dell’innovazione aerospaziale. La visione di Elon Musk alla base dell’intero progetto punta a rendere la vita multiplanetaria e a democratizzare l’accesso allo spazio e alle comunicazioni. Il successo della missione Falcon 9 Starlink segna un avanzamento fondamentale, aprendo la strada a ulteriori sviluppi tecnologici e cooperazioni internazionali per uno spazio più sostenibile. La sfida futura sarà mantenere l’equilibrio tra progresso tecnologico, responsabilità ambientale ed etica nello sfruttamento dell’universo.
Il Samsung Galaxy S25 Edge, presentato a Milano il 13 maggio 2025, rappresenta un importante salto in avanti per la tecnologia mobile, combinando un design sottile e raffinato con caratteristiche innovative. Il dispositivo punta a stabilire nuovi standard nel settore grazie a un mix di materiali premium, un’intelligenza artificiale avanzata e un comparto fotografico rivoluzionario. Questi elementi lo posizionano come uno dei top di gamma più attesi e innovativi dell’anno, accentuando la leadership di Samsung nel campo degli smartphone.
Il design del Galaxy S25 Edge si distingue per il telaio in titanio, materiale scelto per garantire robustezza e leggerezza, con un peso contenuto di soli 163 grammi. Il modello è caratterizzato da uno spessore record di soli 5,8 millimetri, il più sottile della storia Samsung, frutto di anni di ricerca e ingegnerizzazione. Sul fronte fotografico, spiccano il sensore principale da 200 megapixel e un sensore ultra-grandangolare da 12 megapixel, che insieme assicurano immagini di elevata qualità e grande dettaglio anche in condizioni di scarsa luce.
L’intelligenza artificiale integrata svolge un ruolo centrale, migliorando la fotografia, ottimizzando la batteria e personalizzando l’esperienza d’uso. Le prestazioni sono garantite da un processore di alto livello e una batteria ottimizzata per durare un’intera giornata, con supporto alla ricarica rapida e wireless. Il prezzo di preordine è fissato a 1.299 euro, collocando il dispositivo nella fascia premium. Grazie a queste caratteristiche e al commento favorevole di TM Roh, presidente di Samsung Electronics, il Galaxy S25 Edge si candida a segnare un punto di svolta nel mercato smartphone del 2025, confermando la visione di Samsung verso un futuro all’insegna dell’innovazione e della personalizzazione tecnologica.
L’introduzione forzata di Meta AI su WhatsApp ha sollevato un acceso dibattito in Italia, con il Codacons che ha presentato un esposto formale all’Antitrust e al Garante Privacy, denunciando presunte violazioni del GDPR e pratiche commerciali scorrette. L’integrazione dell’assistente virtuale è stata attivata senza consenso esplicito degli utenti e senza adeguata informativa, sollevando preoccupazioni riguardo alla gestione dei dati personali e al rispetto delle normative europee. Il Codacons sottolinea come la funzione sia stata imposta senza opzioni di disattivazione, configurando un possibile abuso e rischi per la privacy degli utenti. Le accuse principali riguardano la mancanza di trasparenza, il trattamento non autorizzato dei dati sensibili e pratiche che potrebbero ledere la concorrenza, richiedendo l’intervento urgente delle autorità competenti per bloccare temporaneamente l’attivazione della funzione fino a chiarimenti normativi.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) impone che ogni raccolta e trattamento di dati personali avvenga con consenso esplicito, trasparenza e possibilità di opt-out, principi che sembrano non essere stati rispettati nel caso di Meta AI su WhatsApp. Codacons ha evidenziato come la procedura di onboarding della nuova funzionalità sia carente sotto questi aspetti, mancando una schermata informativa chiara e opzioni per disattivare il servizio. L’associazione ha inoltre segnalato possibili pratiche commerciali scorrette, tra cui l’induzione forzata degli utenti a usare Meta AI e l’omissione di informazioni fondamentali riguardanti il trattamento dei dati, creando un presunto vantaggio sleale rispetto ad altre piattaforme. Le autorità italiane, Antitrust e Garante Privacy, hanno avviato indagini per valutare la fondatezza delle accuse e la conformità normativa di Meta.
Dal punto di vista degli utenti, la novità è stata percepita con confusione e preoccupazione, accentuata dalla difficoltà di disattivare l’assistente virtuale e dalla mancanza di informazioni esaustive. La vicenda riflette la più ampia sfida di integrare l’intelligenza artificiale nelle app di messaggistica rispettando i diritti digitali e la privacy. Le decisioni che verranno prese in Italia potrebbero definire un precedente importante per la regolamentazione di tali tecnologie a livello europeo. L’esito dell’esposto Codacons potrebbe portare a sanzioni per Meta, modifiche delle funzionalità offerte e rafforzamento delle tutele per gli utenti, sottolineando l’importanza del consenso esplicito, della trasparenza e della possibilità di scelta nel contesto digitale in evoluzione.
L’aggiornamento Windows 11 24H2 rappresenta un importante passo avanti nell’evoluzione del sistema operativo di Microsoft, focalizzandosi su sicurezza, stabilità e innovazione. In questo contesto, la rimozione del blocco di compatibilità per Safe Exam Browser (SEB) segna una svolta significativa, permettendo a un ampio numero di utenti, dalle scuole alle università e agli enti pubblici, di adottare la nuova versione senza problemi. Questo blocco era stato inizialmente implementato per evitare malfunzionamenti dovuti a incompatibilità tra Windows 11 24H2 e versioni obsolete di SEB, in particolare quelle precedenti alla 3.8, che potevano compromettere la sicurezza e l’esperienza degli esami digitali. Safe Exam Browser, essendo uno strumento fondamentale per garantire la gestione protetta degli esami online, vanta una diffusione estesa in ambito accademico e formativo, bloccando accessi non autorizzati e impedendo pratiche di cheating durante le prove.
La rimozione del blocco consente ora a scuole, università e centri di certificazione di procedere con l’aggiornamento a Windows 11 24H2, purché si utilizzi Safe Exam Browser versione 3.8 o successive, appositamente testate per la piena compatibilità. Microsoft raccomanda di aggiornare SEB prima del sistema operativo, effettuare backup e seguire una procedura accurata per minimizzare disservizi e garantire la continuità delle sessioni d’esame. L’arrivo della versione 24H2 porta inoltre numerosi vantaggi per il settore educativo, quali maggiore sicurezza, migliori prestazioni, nuove funzionalità di accessibilità e aggiornamenti più affidabili, facilitando il passaggio al nuovo sistema senza interruzioni nelle attività didattiche.
Questa mossa rientra in una strategia più ampia di Microsoft rivolta a migliorare la compatibilità complessiva di Windows 11 con un vasto ecosistema di software e hardware, inclusi antivirus, driver e applicazioni legacy. La piena integrazione tra Windows 11 24H2 e Safe Exam Browser favorisce la rivoluzione digitale nelle aule e nelle valutazioni online, garantendo ambienti sicuri e affidabili in cui svolgere esami e progetti di didattica digitale integrata. Infine, Microsoft sottolinea l’importanza di un aggiornamento pianificato e supportato da formazione tecnica, in modo da preparare scuole e enti pubblici alle sfide future, puntando a una piattaforma sempre più inclusiva, sicura e orientata all’innovazione nei contesti educativi e professionali.
Google si trova sotto una forte pressione legale in Europa, con oltre 12 miliardi di euro di richieste di risarcimento danni avanzate da principali siti di comparazione prezzi. Questa situazione deriva dalla storica multa antitrust inflitta nel 2017 dalla Commissione Europea, quando Google è stata accusata di favorire Google Shopping nei risultati di ricerca a discapito dei concorrenti. Nonostante alcune modifiche aziendali, gli attori del settore ritengono che queste pratiche abbiano continuato a danneggiare i portali di comparazione per quasi un decennio, spingendo numerosi operatori a intentare cause civili, tra cui il gruppo Moltiply che reclama 3 miliardi solo per sé. Nel periodo 2008-2017 Google avrebbe svantaggiato sistematicamente i siti concorrenti, causando gravi perdite di traffico e ricavi, con riflessi negativi su innovazione, posti di lavoro e trasparenza per i consumatori. Tra i querelanti figurano importanti portali europei come Idealo, Kelkoo e Twenga, che lamentano un effetto marginalizzazione durato anni. Google contestualmente difende le proprie azioni sottolineando i cambiamenti già attuati post-multa, affermando di offrire oggi un ambiente più competitivo e invitando i giudici a valutare nel merito la richiesta danni. Le controversie sono in corso in diverse giurisdizioni e si prevede un iter lungo e complesso. Il dibattito coinvolge anche le istituzioni europee, che hanno introdotto strumenti normativi come il Digital Markets Act per migliorare la concorrenza digitale. Tuttavia il caso evidenzia la difficoltà di bilanciare regolamentazione, tutela dei consumatori e spazio all’innovazione. Gli esiti giudiziari potrebbero definire nuovi standard per le piattaforme tecnologiche in Europa, con possibili ripercussioni globali sul settore digitale, influenzando non solo strategie industriali, ma anche l’esperienza dei consumatori finali in termini di scelta e trasparenza.
iOS 19 introduce una rivoluzione nella gestione della batteria degli iPhone tramite una modalità intelligente che sfrutta l’intelligenza artificiale. Questa funzione analizza localmente le abitudini d’uso degli utenti e ottimizza automaticamente la durata della batteria senza richiedere interventi manuali come nelle modalità tradizionali di risparmio energetico. L’innovazione principale risiede nell’uso di AI on-device, che elabora i dati direttamente sul dispositivo per garantire privacy e risposte in tempo reale, adattando i parametri hardware secondo le necessità e i comportamenti individuali. La funzione sarà disponibile su tutti gli iPhone compatibili con iOS 19, in particolare dal modello 12 in poi, e sarà preinstallata su iPhone 17 Air, dispositivo che beneficia di questa ottimizzazione per compensare una batteria di capacità inferiore.
L’integrazione dell’AI locale consente al sistema di intervenire dinamicamente su consumi energetici, regolando luminosità, aggiornamenti in background e altre risorse in modo predittivo, basandosi su pattern personali e condizioni ambientali. I primi test delle versioni beta mostrano miglioramenti concreti nella durata della batteria senza compromessi nelle prestazioni e minor impatto sulle notifiche inutili. Questo approccio proattivo anticipa i momenti di maggior bisogno energetico, offrendo un’esperienza utente fluida e più sostenibile.
Apple con iOS 19 punta a un futuro dove gestione energetica, privacy e sostenibilità diventano centrali, differenziandosi da altri sistemi operativi che spesso affidano l’ottimizzazione al cloud a scapito della privacy. Anche se la funzione presenta limitazioni sugli hardware più vecchi e necessiterà di affinamenti iniziali, rappresenta un passo avanti significativo per il settore mobile, offrendo esperienze più personalizzate e una maggiore autonomia senza sacrifici a livello di performance o usabilità. iOS 19 e la sua gestione batteria intelligente stabiliscono così un nuovo standard nell’ecosistema smartphone.
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