Addio ad Antonio Sgamellotti: il chimico che ha unito scienza e arte, svelando i segreti del blu egizio di Raffaello
Antonio Sgamellotti è deceduto il 22 agosto 2025 a Perugia, lasciando un vuoto profondo nel mondo della chimica e della valorizzazione dei beni culturali italiani. Chimico teorico e inorganico di spicco, ha dedicato oltre 35 anni all'insegnamento all'Università di Perugia, formando generazioni di studiosi con un approccio interdisciplinare e innovativo. Tra i suoi risultati più celebri vi è la scoperta del pigmento blu egizio negli affreschi di Raffaello, un ritrovamento che ha riscritto la storia dell’arte rinascimentale, dimostrando come le botteghe dell'epoca possedessero sofisticate conoscenze chimiche. Sgamellotti ha promosso con fervore l'unione della chimica con l'arte per studiare e conservare il patrimonio culturale, sviluppando metodi analitici avanzati e fondando scuole di ricerca in Italia. La sua direzione del Centro Calcolo Intensivo in Scienze Molecolari del CNR ha favorito importanti progressi nel calcolo e nella modellizzazione di materiali storici. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei, ha avuto una rilevante influenza scientifica anche a livello internazionale, collaborando con prestigiosi istituti. Il suo lascito è rimarcato dall'impatto sulle istituzioni accademiche, museali e sulla nuova generazione di ricercatori, rimarcando l'essenzialità del dialogo tra scienza e arte per svelare i segreti del patrimonio artistico italiano e internazionale.