Adolescenti tra solitudine e tecnologia: l'intelligenza artificiale come nuovo alleato nella salute mentale
Il fenomeno della solitudine e del disagio emotivo tra gli adolescenti italiani emerge con forza attraverso i dati di un'indagine Save the Children, che segnala come una consistente percentuale di giovani tra i 14 e i 18 anni si affidi sempre più all'intelligenza artificiale (IA) per il supporto emotivo, preferendola agli adulti e ai tradizionali canali di sostegno. Questa tendenza è correlata a una crescente sfiducia verso genitori, insegnanti e operatori, dettata da incomprensioni, giudizi percepiti e una carenza di servizi psicologici adeguati nelle scuole. L'IA risulta allettante per gli adolescenti per via dell'anonimato, della disponibilità continua e di risposte personalizzate, sebbene il suo utilizzo non sia esente da rischi come la dipendenza o la mancanza di empatia reale. In questo contesto, l'educazione digitale e la prevenzione diventano strumenti essenziali per guidare l'uso consapevole della tecnologia e per integrare il supporto digitale a forme di ascolto umano qualificato. Il futuro del benessere mentale giovanile appare quindi legato a un modello ibrido che coniughi la tecnologia con la presenza empatica di adulti preparati, attraverso collaborazioni tra famiglia, scuola, medici e terzo settore, al fine di restituire protagonismo, ascolto e speranza agli adolescenti italiani.