
Affidamenti diretti: la rotazione parte dalla decisione a contrarre
1. Inquadramento generale e novità normative
Il sistema degli affidamenti diretti negli appalti pubblici italiani rappresenta da tempo uno strumento cardine per acquisire beni, lavori o servizi con modalità semplificata. Tuttavia, la prassi consolidata ha sollevato interrogativi circa trasparenza e imparzialità, motivo per cui l’introduzione del principio di rotazione affidamenti ha acquisito centralità nel nuovo quadro normativo. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 36/2023, in particolare dell’articolo 49 affidamenti, si rafforza l’obbligo per le stazioni appaltanti di alternare i destinatari degli affidamenti diretti. Questa misura punta a impedire il consolidamento di rapporti privilegiati, rafforzando la concorrenza e aprendo il mercato a nuove realtà, specialmente PMI e microimprese. Il principio mira a una distribuzione più equa delle opportunità, evitando che il medesimo operatore possa essere scelto consecutivamente senza valide motivazioni. La disciplina si inserisce in una prospettiva di cambiamento culturale per la PA, orientata a meritocrazia e trasparenza, dove la rotazione è garanzia di un mercato più dinamico e accessibile a tutti gli operatori.
2. Il parere MIT e l’importanza della decisione a contrarre
Il tema centrale della recente interpretazione ministeriale (parere MIT 2025) riguarda il momento esatto cui riferirsi per l’applicazione del principio di rotazione affidamenti. Il MIT ha chiarito che il riferimento temporale da adottare non è la stipula del contratto, bensì la decisione a contrarre. Questa scelta evita incertezze e garantisce uniformità su tutto il territorio nazionale. Dal punto di vista operativo, la decisione a contrarre rappresenta il momento in cui la pubblica amministrazione compie un’accurata istruttoria di mercato, individua l’operatore, convalida il fabbisogno e, attraverso un atto formale e ricognitivo, avvia il processo di affidamento. La stipula, di converso, rappresenta solo la formalizzazione dell’accordo già sostanzialmente deciso in fase istruttoria. L’utilizzo del momento della decisione a contrarre consente di monitorare con precisione le posizioni degli operatori economici, semplificando la verifica delle esclusioni o eventuali deroghe qualificate. Questa innovazione, sancita dal parere MIT, favorisce la tracciabilità e la chiarezza delle procedure amministrative, riducendo rischi di contenzioso e incrementando la fiducia nel sistema degli appalti.
3. Applicazioni pratiche, criticità e prospettive
Per le stazioni appaltanti, il rispetto del principio di rotazione, così come configurato dal nuovo assetto normativo e dal parere MIT, comporta significativi cambiamenti organizzativi. Si raccomanda uno scrupoloso tracciamento delle decisioni a contrarre, una verifica accurata dei precedenti affidamenti e la predisposizione di sistemi digitali di monitoraggio. Ulteriore attenzione deve essere posta su formazione e aggiornamento del personale amministrativo. In alcuni casi, come quelli di affidamenti multi-oggetto o di piccole amministrazioni, possono sorgere difficoltà nel reperimento dati e nella gestione documentale, richiedendo strumenti più avanzati e modalità operative adattate. La normativa lavori pubblici 2025 rappresenta un passo avanti verso un mercato più equo e trasparente, ma invita a una costante attenzione alle interpretazioni istituzionali e a un upgrading continuo delle prassi. Applicando correttamente il riferimento della decisione a contrarre, si favorisce una reale alternanza tra operatori, evitano monopoli e si potenzia l’efficacia delle politiche pubbliche di apertura e qualificazione del mercato degli appalti.