Assunzioni scuola 2025-2026: oltre 54mila nuovi docenti

Assunzioni scuola 2025-2026: oltre 54mila nuovi docenti

Il decreto sulle immissioni in ruolo docenti 2025-2026, firmato dal Ministero dell’Istruzione e pubblicato il 14 luglio 2025, prevede l’ingresso di oltre 54.000 nuovi insegnanti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Questo intervento mira a contrastare la carenza di personale e a garantire una maggiore stabilità nel corpo docente, rispondendo a una storica esigenza da parte di sindacati, associazioni e famiglie. Il piano si inserisce in una strategia di programmazione chiara e trasparente, con l’obiettivo di assicurare continuità didattica e migliorare la qualità dell’offerta formativa.nnLa parte più significativa riguarda i 48.504 posti immediatamente disponibili, di cui 13.860 rivolti agli insegnanti di sostegno, riflettendo l’attenzione crescente per un’istruzione inclusiva e di qualità per gli studenti con bisogni educativi speciali. A questi si aggiungono 6.022 posti per gli insegnanti di religione cattolica, la cui assunzione avverrà tramite una procedura separata. La pianificazione copre le cattedre vacanti per pensionamenti, rinunce e trasferimenti, assicurando ai nuovi docenti l’immissione in ruolo già a settembre 2025 per garantire stabilità fin dall’inizio dell’anno scolastico.nnOltre ad aumentare il numero di insegnanti, il Ministero punta a combattere il precariato e assicurare continuità didattica, elemento fondamentale per la qualità dell’insegnamento e il benessere degli studenti. Il piano ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte di sindacati e associazioni genitoriali, che tuttavia sollevano attenzione sulla distribuzione territoriale e sull’effettiva rapidità delle procedure. Le modalità di selezione privilegeranno la meritocrazia e la trasparenza, dando priorità ai vincitori di concorsi ordinari e straordinari e ai docenti con esperienza pregressa. Restano però diverse sfide aperte per il sistema scolastico italiano, fra cui la necessità di una maggiore flessibilità degli organici, la riduzione delle disparità territoriali e l’ammodernamento dei processi amministrativi. Questo piano rappresenta una svolta importante, ma richiede un impegno costante per tradurre i numeri in vantaggi reali e duraturi per la scuola italiana.

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