Bonus di 1.500 euro per chi sceglie le scuole private: analisi dell’emendamento alla Finanziaria 2025
Il ritorno del bonus per le scuole private rappresenta un tema centrale della Finanziaria 2025, promosso da Forza Italia e Noi Moderati con l’emendamento ideato da Claudio Lotito e Mariastella Gelmini. Questo bonus di 1.500 euro è destinato alle famiglie con ISEE inferiore a 30.000 euro e mira a sostenere le spese delle scuole paritarie riconosciute. L'obiettivo dichiarato è garantire equità e pluralismo educativo, permettendo alle famiglie meno abbienti di scegliere liberamente il percorso scolastico, avvicinando l'Italia ad altri paesi europei che supportano maggiormente le scuole private. La misura prevede un costo statale stimato in 20 milioni di euro e verrà erogata probabilmente tramite procedure ministeriali digitali.
Il bonus ha riacceso un intenso dibattito politico. Le opposizioni contestano la sua costituzionalità, sostenendo che l’articolo 33 vieta oneri statali per le scuole private e temono il sottrarsi di risorse alla scuola pubblica, sottolineando il rischio di una scuola a due velocità. Forza Italia e Noi Moderati rispondono che il bonus non smantella la scuola pubblica ma è un aiuto mirato per garantire libertà scolastica e pluralismo. Le associazioni di genitori applaudono, mentre i sindacati della scuola pubblica vedono il bonus come inizio di una privatizzazione strisciante. Nel contesto europeo, il bonus riduce il gap con paesi come Francia, Spagna e Paesi Bassi, dove il supporto pubblico alle scuole private è una prassi consolidata.
Gli sviluppi futuri potrebbero vedere modifiche all’entità o ai criteri di accesso del bonus durante l’iter parlamentare, insieme a eventuali ampliamenti a altri ordini di scuola. Il Parlamento dovrà bilanciare le esigenze delle famiglie meno abbienti con i principi di uguaglianza scolastica sanciti dalla Costituzione. La misura si inserisce così in un quadro complesso che riflette la storica tensione italiana fra tutela della scuola pubblica e valorizzazione del pluralismo educativo, con molte ombre ma anche potenziali nuove opportunità di sostegno concreto alle famiglie in difficoltà economica.