
Bullismo a scuola, non solo 'ragazzate': obblighi stringenti per docenti e dirigenti con la nuova legge 2025
Il bullismo scolastico, fenomeno complesso che interessa circa un quinto degli studenti italiani tra gli 11 e i 17 anni, comporta gravi conseguenze psicologiche e sociali. Si manifesta con atti fisici, verbali o relazionali ripetuti che creano uno squilibrio di potere tra bullo e vittima, coinvolgendo anche il cyberbullismo. La recente tragedia di Latina, con il suicidio di un ragazzo di 14 anni vittima di continue angherie, ha evidenziato le carenze nella prevenzione e gestione del fenomeno da parte delle scuole, innescando un'intervento ministeriale con ispezioni e verifiche sulla responsabilità di docenti e dirigenti scolastici. La normativa italiana impone alle scuole di garantire la sicurezza psicofisica degli alunni attraverso una vigilanza attiva, attività di prevenzione e segnalazioni tempestive, con la nuova legge bullismo 2025 che rafforza tali obblighi. Questa legge stabilisce, tra l'altro, l'istituzione di referenti interni per il bullismo, formazione obbligatoria del personale, protocolli specifici e report annuali sugli episodi. Docenti e dirigenti sono soggetti a doveri ben precisi e a sanzioni in caso di inadempienza. Le famiglie sono chiamate a denunciare formalmente i casi, supportate da strumenti legali e ministeriali. La collaborazione attiva tra scuola, istituzioni e famiglie, unita a pratiche di prevenzione quali educazione all'empatia, sportelli di ascolto e coinvolgimento di esperti, rappresenta la via principale per debellare il fenomeno e evitare drammi futuri. Solo un approccio condiviso e consapevole può garantire un ambiente scolastico sereno e inclusivo per tutti.