
Causa degli studenti contro 32 università americane: sotto accusa i programmi di decisione anticipata
Il sistema universitario statunitense si trova al centro di una controversia legale senza precedenti: un gruppo di ex studenti ha intentato una causa contro 32 università, tra cui rinomati atenei come Brown e Cornell, e due organizzazioni di ammissione, accusandoli di collusione per mantenere artificialmente elevate le tasse universitarie. Al centro della polemica ci sono i programmi di decisione anticipata (Early Decision), modalità di candidatura che vincolano gli studenti ad accettare l’offerta dell’università in anticipo, limitando così la loro capacità di comparare offerte economiche e negoziare borse di studio. Secondo la denuncia, questa pratica ridurrebbe la concorrenza e consentirebbe alle università di fissare rette più alte, danneggiando soprattutto gli studenti a basso reddito.
Gli aspetti legali si basano sulle normative antitrust, con gli ex studenti che chiedono sia un risarcimento economico per le rette gonfiate sia l’abolizione dei programmi di decisione anticipata. La causa sottolinea come tali pratiche rappresentino una barriera alla mobilità sociale, penalizzando gli studenti meno abbienti e limitandone i diritti contrattuali. Le università coinvolte, pur difendendo la regolarità del sistema, hanno dovuto affrontare critiche e richieste di maggiore trasparenza da esperti e associazioni di ammissione.
Questo caso si inserisce nel più ampio dibattito negli USA sull’equità e l’accessibilità dell’istruzione superiore, in un contesto in cui i costi universitari sono cresciuti velocemente e molte pratiche di ammissione sono messe in discussione. Le conseguenze della vicenda potrebbero portare a una profonda revisione dei sistemi di ammissione, con maggiore attenzione a criteri di giustizia sociale e trasparenza, ridefinendo così il futuro dell'accesso universitario americano.