Cicerone e l’Amicizia: Lezione di Virtù alla Maturità 2025

Cicerone e l’Amicizia: Lezione di Virtù alla Maturità 2025

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La scelta della commissione d’esame della maturità 2025 di proporre un brano tratto dal "Laelius de amicitia" di Cicerone per la seconda prova del liceo classico assume uno straordinario valore simbolico ed educativo. In un’epoca in cui le relazioni sociali sono spesso mediate dai social network e la ricerca dell’approvazione altrui trama molte dinamiche tra i giovani, il pensiero ciceroniano sull’amicizia emerge come antitesi densa e attuale alla superficialità del presente. La riflessione del celebre oratore romano sull’autenticità della relazione amicale, sulla fiducia e sulla lealtà – valori ritenuti imprescindibili rispetto a qualunque tipo di utilitarismo – è proprio ciò che la società moderna sembra aver smarrito. Affrontando la traduzione di un testo così ricco di spunti filosofici, gli studenti sono stati chiamati a superare il mero tecnicismo linguistico e ad esercitare una profonda critica personale e sociale. Così, la versione di Cicerone sollecita una nuova attenzione verso la dimensione etica dei rapporti, ricordando che il vero amico si riconosce nella sincerità e nella capacità di agire senza secondi fini. La prospettiva classica reintroduce quindi il tema dell’amicizia quale fondamento imprescindibile di ogni comunità, e invita i giovani a riscoprirne la portata educativa in una società sempre più alienante.

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Il “Laelius de amicitia”, ambientato in un dialogo tra Gaio Lelio e i generi dopo la morte di Scipione Emiliano, scandaglia con profondità le radici filosofiche, affettive e sociali del legame amicale. L’opera pone al centro della riflessione la virtù, negando ogni forma di calcolo egoistico nella nascita e nel mantenimento dell’amicizia. Per Cicerone, infatti, l’amico autentico non si lega per interesse ma per una comunanza di valori e una ricerca condivisa del bene. In questo senso, l’amicizia si eleva a modello di comportamento non solo individuale ma anche civile, poiché la fiducia che essa genera diventa collante per la società nel suo insieme. Analizzare questa opera in sede di esame significa per gli studenti rapportarsi a domande sempre attuali: quanto valgono sincerità e lealtà nei rapporti odierni? Come ci si difende dalla tentazione dell’opportunismo nell’era della connessione digitale? Il testo suggerisce che l’autenticità umana resta salda se fondata sui valori classici di virtù, amicizia e fiducia. Inoltre, sollecita una visione critica sull’abuso dei social media, dove spesso si confonde ‘amicizia’ reale e virtuale, mettendo a rischio proprio quella profondità relazionale su cui Cicerone fondava la qualità della vita umana.

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Sul piano pedagogico e formativo, la scelta della traccia maturità 2025 conferma come la scuola sia ancora oggi luogo privilegiato per l’elaborazione non solo di competenze linguistiche, ma soprattutto valoriali. L’esercizio della traduzione dal latino si trasforma, grazie alla grande profondità degli autori classici, in una palestra di cittadinanza attiva e consapevole: la capacità di distinguere tra rapporti effimeri e legami autentici diventa un obiettivo chiave dell’educazione contemporanea. Le implicazioni non si limitano al percorso scolastico, ma investono direttamente la crescita personale degli adolescenti chiamati a vivere in una società complessa, dove la fiducia è spesso percepita come fragile. Attraverso la riscoperta del pensiero ciceroniano, emerge la necessità di promuovere non solo la padronanza dei saperi ma anche la crescita emotiva e civica degli studenti, ricostruendo una cultura del dialogo e della relazione autentica. L’esempio di Cicerone, riproposto nel contesto della maturità classica, si configura come guida imprescindibile per leggere il presente e preparare i giovani ad affrontare con consapevolezza, profondità e senso critico le sfide del futuro.
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