Cittadinanza e scuola: il 65,4% degli studenti senza passaporto italiano è nato nel nostro Paese

Cittadinanza e scuola: il 65,4% degli studenti senza passaporto italiano è nato nel nostro Paese

Il tema della cittadinanza per gli studenti nati in Italia da genitori stranieri è diventato uno dei principali banchi di prova per il sistema scolastico e la società italiana. Ad oggi, oltre un milione di studenti iscritti nelle scuole italiane non possiede il passaporto italiano, e il 65,4% di questi è nato nel nostro Paese. La scuola è il primo luogo dove emergono le questioni relative all’inclusione, ai diritti e all’identità civica. Nei dati dell’anno scolastico 2022/2023, emerge che la presenza di studenti senza cittadinanza è particolarmente forte nelle grandi città e nel Nord, ma il fenomeno si sta diffondendo in tutte le regioni, modificando profondamente il tessuto scolastico. Queste nuove generazioni, pur cresciute in Italia e spesso pienamente integrate dal punto di vista linguistico e culturale, vivono la contraddizione di essere considerate "straniere" da un punto di vista formale, con limiti all’accesso a concorsi pubblici, servizi e opportunità. Mentre altri Paesi europei adottano il principio dello jus soli, in Italia domina ancora lo jus sanguinis, mettendo a rischio la piena partecipazione di migliaia di giovani alla vita della comunità, e sollevando dubbi sulla coesione sociale futura.

Il referendum previsto per giugno 2025 rappresenta un passaggio fondamentale: la proposta è di dimezzare da dieci a cinque anni la residenza minima richiesta per concedere la cittadinanza ai giovani maggiorenni di origine extra-europea. Se dovesse passare il Sì, potrebbero accedere immediatamente a questa possibilità almeno 284.000 ragazzi e ragazze, con effetti che si espanderebbero negli anni successivi e nel futuro delle nuove generazioni. Questo cambiamento legislativo viene visto sia come un'opportunità per ridurre le disparità tra studenti e garantire eguali possibilità di accesso al welfare scolastico e universitario, sia come uno snodo cruciale per rafforzare il senso di appartenenza e coesione tra i giovani. Il dibattito pubblico che accompagna il referendum coinvolge società civile, scuola, famiglie e associazioni, sottolineando la necessità di sanare una disparità che rischia di marginalizzare chi in Italia è nato, vive e sogna il proprio futuro. Le testimonianze di studenti e insegnanti mettono in luce quanto sia sentita la questione e quanto essa incida nel quotidiano della comunità scolastica.

In conclusione, la discussione sulla legge di cittadinanza italiana per minori e gli esiti del referendum cittadinanza 2025 potranno segnare una svolta storica per il Paese, orientando l’Italia verso una società più equa e inclusiva. Il riconoscimento della cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia costituisce non solo una questione di diritti individuali, ma anche una leva fondamentale per la crescita collettiva e la coesione sociale. Le scuole, che vivono quotidianamente la realtà di questi studenti, sono chiamate ad accompagnare e sostenere questo percorso di transizione, promuovendo pari opportunità e cittadinanza attiva per tutti. Il referendum, quindi, rappresenta una prova di maturità per l’intero sistema paese, con riflessi a lungo termine sulla struttura demografica, sulla qualità della democrazia e sulle prospettive di integrazione per le nuove generazioni.

Questo sito web utilizza cookies e richiede i dati personali per rendere più agevole la tua esperienza di navigazione.