
Collaboratori del preside: mansioni cruciali, pochi riconoscimenti
Nel sistema scolastico italiano, la figura del collaboratore del preside riveste un'importanza centrale ma spesso poco riconosciuta. Questo ruolo, affidato a docenti scelti per la loro esperienza e affidabilità, implica una molteplicità di incarichi che spaziano dalla gestione quotidiana della scuola al coordinamento delle emergenze e sostituzione del dirigente in sua assenza. Tuttavia, la mancanza di una normativa chiara si traduce in un'inadeguata remunerazione e scarsa valorizzazione professionale, fattori che alimentano un diffuso sentimento di insoddisfazione e sovraccarico lavorativo.
I dati del report Ancodis rivelano una situazione critica: oltre il 50% dei collaboratori svolge il proprio ruolo senza esonero dall'insegnamento, sommando quindi compiti gestionali e didattici. Il compenso aggiuntivo medio di circa 100 euro mensili è percepito dalla maggioranza come irrisorio rispetto alle responsabilità assunte, soprattutto considerando l'aumento delle mansioni negli ultimi anni. Questa disparità tra impegno e riconoscimento, unita all'assenza di percorsi di carriera dedicati, rende il ruolo spesso definito "ingrato" e limita le prospettive di crescita professionale degli interessati.
Le associazioni di categoria stanno spingendo per un cambiamento strutturale che includa l'uniformazione degli stipendi, la sistematizzazione dell'esonero e la creazione di percorsi formativi e di carriera meritocratici. Nonostante un dialogo in corso con il Ministero dell’Istruzione, le riforme tardano ad arrivare, lasciando ancora in una posizione precaria figure chiave per il funzionamento efficiente delle scuole italiane. Il riconoscimento adeguato dei collaboratori del preside rappresenta non solo una questione di giustizia professionale, ma un investimento fondamentale per un sistema scolastico più moderno e sostenibile.