Paragrafo 1
Il caso del blackout informatico durante il concorso dirigenti scolastici 2025 rappresenta un evento che ha portato al centro della discussione pubblica la questione della trasparenza e dell’equità nelle procedure concorsuali digitalizzate. Il concorso, volto a selezionare i futuri dirigenti delle scuole italiane tramite piattaforme online, ha visto un candidato calabrese penalizzato da un blackout del computer di sei minuti durante la prova. Questo inconveniente non solo ha favorito il dibattito sulla sicurezza e affidabilità degli strumenti digitali impiegati nei concorsi pubblici, ma ha anche sollevato numerosi dubbi sull’efficacia dei sistemi di assistenza e sulle misure di compensazione da adottare in caso di guasto tecnico. Inizialmente, infatti, il punteggio del candidato – 52 su 100, insufficiente per superare la selezione – è stato deciso senza tenere conto della sua impossibilità di lavorare durante i minuti di inattività forzata. L’intervento degli organizzatori non è stato tempestivo e non è stata offerta alcuna estensione del tempo d’esame. Questa carenza di regolamentazione e prontezza nei confronti degli imprevisti tecnologici ha portato alla formalizzazione della bocciatura, originando una serie di ricorsi che hanno coinvolto sia il Tar della Calabria sia, successivamente, il Consiglio di Stato.
Paragrafo 2
Il percorso giudiziario del candidato ha seguito due gradi di giudizio. Inizialmente il Tar della Calabria ha rigettato il ricorso, ritenendo che non fossero emersi elementi sufficienti per stabilire un nesso causale determinante tra il blackout e il risultato negativo. Tuttavia, è stato il Consiglio di Stato a offrire una diversa interpretazione, riconoscendo che un malfunzionamento tecnico esterno alla volontà del candidato rappresenta, in ambito concorsuale, una causa idonea per la ripetizione della prova o per misure compensative specifiche. Tale lettura si fonda sul principio di equità e parità tra tutti i partecipanti, superando la mera valutazione tecnica dei punteggi per privilegiare una tutela effettiva dei diritti individuali. Il Consiglio di Stato ha stabilito che nelle procedure pubbliche digitalizzate dovranno sempre essere previste misure di salvaguardia volte a garantire condizioni uguali per tutti, anche e soprattutto a fronte di disservizi tecnici. Questa sentenza rappresenta un punto di riferimento anche per eventuali casi futuri e impone alle amministrazioni pubbliche di rafforzare i meccanismi di assistenza, i protocolli per le interruzioni improvvise e la formazione degli operatori incaricati della gestione degli esami online.
Paragrafo 3
La vicenda ha implicazioni notevoli per l’organizzazione dei concorsi pubblici e per il processo di digitalizzazione delle selezioni nella pubblica amministrazione italiana. Da una parte, infatti, si rende necessario investire in sistemi informatici più affidabili, dotati di salvataggio automatico, assistenza in tempo reale e procedure per il recupero delle prove interrotte. Dall’altra, la trasparenza e la tempestività nella comunicazione con i candidati diventano elementi imprescindibili per la credibilità delle istituzioni. La sentenza rafforza la fiducia verso il sistema nel suo complesso e sottolinea la necessità di regolamentare puntualmente la gestione di guasti tecnici, prevedendo l’obbligo di ripetizione o estensione del tempo laddove l’interruzione non sia imputabile al candidato. Il caso del concorso in Calabria costituisce dunque un precedente importante che potrà guidare sia le amministrazioni sia i partecipanti nelle future edizioni dei concorsi pubblici digitalizzati, assicurando non solo equità e merito, ma anche una piena tutela dei diritti di chi, per cause fortuite, vede compromessa la propria prestazione.