Crisi del ceto medio in Italia: Dal 70% del 2003 al 35% attuale, cresce l’ansia per lavoro e sanità

Crisi del ceto medio in Italia: Dal 70% del 2003 al 35% attuale, cresce l’ansia per lavoro e sanità

Il ceto medio italiano ha subito un drastico declino, passando dal 70% del 2003 al 35% nel 2025, segnando una crisi economica e identitaria profonda. Questo fenomeno è accompagnato da una crescente ansia diffusa tra gli italiani riguardo soprattutto a sanità (37%) e lavoro (32%). Il crollo del ceto medio è stato causato da molteplici fattori, tra cui la pressione fiscale elevata, la stagnazione salariale, crisi economiche cicliche e la precarizzazione del lavoro, che insieme hanno eroso il potere d’acquisto e la capacità di risparmio delle famiglie. Di conseguenza, l’Italia assiste a un aumento marcato delle disuguaglianze sociali, con un indice di Gini che evidenzia la crescente disparità reddito-territoriale e una povertà relativa che quasi raddoppia dal 12% al 23% in poco più di due decenni.

Questo scenario ha effetti profondi sulle famiglie e sui giovani, con una diminuzione della capacità di pianificazione economica, rinuncia a cure sanitarie private e investimenti in istruzione, oltre a una crescente precarietà lavorativa e mobilità sociale ridotta. I dati statistici confermano la precarizzazione del lavoro, in particolare per i giovani, e la contrazione del risparmio medio delle famiglie, che aggravano l’instabilità sociale ed economica. Di fronte a tali sfide, gli esperti suggeriscono riforme fiscali più progressive, investimenti nella sanità e nel welfare, politiche attive per l’occupazione giovanile e sostegno alle famiglie, oltre a promuovere innovazione e formazione continua per rilanciare la mobilità sociale.

In sintesi, il declino del ceto medio minaccia la coesione sociale e la crescita economica italiana. Solo con scelte coraggiose e strutturali, mirate a garantire accesso ai servizi essenziali, stabilità occupazionale e pari opportunità, sarà possibile ricostruire la fiducia nella società e nel futuro, assicurando una ripresa solida e inclusiva in un’Italia che evolve continuamente.

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