
Crisi Politica e Sociale in Francia: Le Paure di Macron tra Referendum Negato e Deficit alle Stelle
La Francia nel 2025 si trova in una situazione di grave turbolenza politica e finanziaria che mette a dura prova la stabilità della Quinta Repubblica. Dopo episodi di protesta come quelli dei Gilet Gialli e un periodo di pandemia ancora vivido nella memoria collettiva, il governo di Emmanuel Macron affronta un clima di instabilità crescente dovuto a decisioni controverse, come il rifiuto di indire un referendum sulla riforma delle pensioni e la decisione di sciogliere l’Assemblea Nazionale. Alla base di questa crisi vi sono un deficit pubblico elevato, pari al 6% del PIL, che colloca la Francia nella zona rossa secondo gli standard europei, e un esecutivo sempre più isolato e incapace di governare efficacemente. Questa congiuntura complessa riflette una crescente distanza tra cittadini e classe politica, accentuata da riforme percepite come imposte dall’alto e da una crisi di rappresentanza che sfocia in proteste e mobilitazioni sociali. In particolare, la riforma delle pensioni, che prevede l’aumento dell’età pensionabile e la riduzione di alcune prestazioni privilegiate, ha scatenato un vasto movimento di opposizione, alimentato dalla convinzione che tali misure siano un tentativo di salvare i conti pubblici a spese dei lavoratori.
Una delle scelte più contestate di Macron è stata la decisione di non sottoporre la riforma delle pensioni a referendum, suscitando accuse di strappo democratico e aumentando la frattura tra governo e cittadini. Questa mancata consultazione ha innescato proteste diffuse, scioperi e azioni di disobbedienza civile senza precedenti, aggravando ulteriormente la crisi politica e danneggiando la legittimazione delle istituzioni. L’Assemblea Nazionale si è trovata paralizzata, incapace di sostenere l’esecutivo nella gestione delle riforme e dell’ordinaria amministrazione, con una crescente sfiducia nelle istituzioni che favorisce l’ascesa di forze populiste e radicali. Lo scioglimento anticipato dell’Assemblea nel tentativo di rafforzare il mandato presidenziale ha portato a elezioni frammentate senza una maggioranza chiara, contribuendo all’instabilità politica e impedendo la formazione di un governo solido.
Sul piano economico, la Francia affronta un deficit pubblico preoccupante, risultato di spese elevate, stagnazione della crescita, aumento dei tassi di interesse e costi legati a eventi straordinari come la pandemia e la crisi energetica. Questa situazione mette la Francia sotto pressione da parte dell’Unione Europea, con il rischio di procedure di infrazione e misure correttive imposte. Anche la distanza tra l'impegno internazionale del presidente Macron, visibile nelle sue iniziative diplomatiche, e le difficoltà interne ha alimentato il malcontento popolare. Il futuro del Paese è segnato da un bivio tra il rischio di un caos politico ancora più profondo e la possibilità di un rinnovamento basato su un dialogo partecipativo e il coinvolgimento della cittadinanza, in particolare attraverso strumenti come il referendum. La capacità della classe politica di ascoltare le istanze sociali e costruire un nuovo patto sociale sarà determinante per superare l’attuale crisi e restituire stabilità alla Francia.