
Cyberspace ID: identità digitale cinese tra sicurezza e privacy
La Cina ha lanciato ufficialmente nel luglio 2025 il Cyberspace ID, un sistema di identità digitale unico destinato a migliorare la sicurezza e semplificare l'accesso ai servizi online. Sviluppato congiuntamente dal Ministero della Pubblica Sicurezza e dall’Amministrazione del Cyberspazio cinese, il progetto mira a consolidare le informazioni personali tramite una doppia verifica basata su documento d’identità e riconoscimento facciale. Questo sistema promette di ridurre le frodi, velocizzare le procedure e fornire un login universale su numerose piattaforme digitali, già adottato da 67 servizi nazionali. Tuttavia, pur essendo attualmente facoltativo, il Cyberspace ID rischia di diventare presto obbligatorio per l’accesso ai servizi primari, sollevando dubbi sulla reale libertà di scelta dei cittadini.
L’aspetto più controverso riguarda la privacy: la raccolta centralizzata di dati biometrici e personali rappresenta una leva potente per il controllo sociale in un paese con un sistema di sorveglianza già molto sviluppato. Il riconoscimento facciale come prerequisito per ogni login digitale espone gli utenti a rischi di profilazione e monitoraggio pervasivo. A livello internazionale, il modello cinese si distingue nettamente da approcci più decentralizzati e orientati alla tutela dei diritti personali, come quelli europei regolamentati dal GDPR. Organizzazioni per i diritti digitali hanno espresso preoccupazioni per potenziali abusi e mancanza di limiti normativi che proteggano gli utenti.
Socialmente, l’impatto del Cyberspace ID potrebbe ridurre l’anonimato sul web, limitando la libertà di espressione e il dissenso, soprattutto tra le nuove generazioni abituate a una presenza digitale più fluida. Inoltre, la centralizzazione dei dati pone sfide significative anche in termini di cybersecurity, con rischi di attacchi informatici su vasta scala. La Cina sta così puntando a un modello di cybersovranità che enfatizza la sicurezza collettiva a discapito delle libertà individuali, un bilanciamento che rischia di influenzare il dibattito globale sull’identità digitale e sulla tutela dei diritti nell’era digitale.