
Dal Nastro Magnetico al DNA: L’evoluzione rivoluzionaria dell’archiviazione dati secondo il prototipo della Southern University of Science and Technology di Shenzhen
L'archiviazione dati è una sfida crescente nell’era digitale, con una domanda di capacità sempre maggiore. Tradizionalmente il nastro magnetico ha garantito capacità e durata a costi contenuti, ma con limiti fisici evidenti. Il laboratorio della Southern University of Science and Technology di Shenzhen ha sviluppato un prototipo innovativo: un nastro magnetico basato su DNA, capace di immagazzinare informazioni in forma molecolare su un supporto simile alle cassette LTO-9, aprendo la strada a potenziali capacità fino a 375 petabyte per cartuccia, un incremento enorme rispetto agli standard attuali. Il vantaggio principale del DNA risiede nella sua altissima densità informativa e longevità, con la capacità di tradurre i dati digitali in sequenze di basi azotate (A, T, C, G). Il prototipo cinese dimostra la fattibilità della lettura e scrittura su nastro DNA, ottenendo già 77 gigabyte e densità di 74,7 GB/km, dati che pongono solide basi per future innovazioni. Tuttavia, questa tecnologia presenta sfide significative come costi elevati, velocità di accesso inferiore e mancanza di standard globali, posizionandosi soprattutto come soluzione per archiviazioni a lungo termine piuttosto che per accesso frequente. Le potenziali applicazioni spaziano dai data center, archivi nazionali, fino all’industria medica e militare, con importanti ricadute anche per ricerca, mercato tech, normative e formazione professionale. Questa innovazione, pur in fase embrionale, potrebbe rivoluzionare la gestione globale dei dati combinando sostenibilità, capacità e sicurezza, inaugurando una nuova era nell’archiviazione digitale.