
Dalle Scimmie all’Uomo: L’Antica Origine Genetica della Capacità di Metabolizzare l’Alcol
Il metabolismo dell’alcol nei primati è radicato in una storia evolutiva millenaria che collega scimmie antropomorfe e Homo sapiens attraverso una mutazione genetica comune nel gene ADH4. Questa mutazione, emersa circa 10 milioni di anni fa, ha reso possibile la metabolizzazione efficiente dell’etanolo contenuto nella frutta fermentata, una risorsa alimentare frequente nell’habitat dei primati africani. Gli studi sul comportamento alimentare degli scimpanzé rivelano come la loro abitudine di consumare frutta fermentata rappresenti non solo un apporto energetico supplementare, ma anche un fattore che ha guidato la selezione naturale verso una maggiore tolleranza e adattamento metabolico.
La scoperta di questa mutazione genetica è frutto delle ricerche di Catherine Hobaiter e Nathaniel Dominy, che con un approccio multidisciplinare hanno coniugato osservazioni etologiche e analisi genetiche, dimostrando che la capacità di metabolizzare l’alcol non è una caratteristica recente dell’uomo legata alle bevande alcoliche, bensì un tratto evolutivo antico condiviso con i nostri antenati scimmieschi. Il metabolismo dell’alcol nelle diverse specie di primati presenta però variazioni, sia genetiche sia comportamentali, denotando un complesso intreccio tra genetica, ambiente e cultura.
Questo legame indissolubile tra fattori genetici e ambientali ha plasmato la storia evolutiva della nostra specie e continua a influenzare le società moderne. La comprensione degli aspetti genetici dell’alcolismo e della metabolizzazione dell’alcol può aprire strade nuove per prevenzione e interventi mirati, dimostrando come i nostri comportamenti attuali riflettano un lungo processo adattativo evolutivo. La ricerca futura potrà esplorare ulteriormente queste dinamiche per migliorare la salute pubblica e ampliare le conoscenze sull’evoluzione umana.