
Dazi Usa su Acciaio e Alluminio: L’Allarme di Zanardi (Assofond) e le Reali Ripercussioni sul Commercio Internazionale e sulle Fonderie Italiane
Il raddoppio dei dazi USA su acciaio e alluminio nel 2025 rappresenta una svolta allarmante per le relazioni commerciali tra Europa e Stati Uniti. Da un lato, questi provvedimenti mirano a tutela del mercato interno americano contro la concorrenza estera, giustificati dalla necessità di contrastare pratiche di dumping e salvaguardare i posti di lavoro domestici. Dall’altro lato, però, le misure protezionistiche hanno immediati effetti negativi sull’equilibrio del commercio internazionale, provocando una frammentazione dei mercati e innescando possibili ritorsioni. Le istituzioni europee e gli operatori del settore, soprattutto italiani, guardano con preoccupazione allo scenario futuro, consapevoli che la crescita economica e la tenuta delle esportazioni dipendono dalla stabilità e apertura degli scambi globali. Comprendere le ragioni e le dinamiche di questa trasformazione è il primo passo per individuare soluzioni efficaci, adottando strategie di adattamento e promuovendo il dialogo tra partner internazionali.
Fabio Zanardi, presidente di Assofond, ha sottolineato l’impatto drammatico dei nuovi dazi sulle esportazioni di fusioni italiane verso gli USA. I dati parlano chiaro: nel 2024 si è già registrato un calo del 66% dei volumi esportati, passando da circa 120.000 tonnellate nel 2023 a meno di 41.000 tonnellate, con la conseguente perdita di oltre 300 milioni di euro di fatturato. Il settore delle fonderie italiane, costituito da quasi 900 imprese e oltre 23.000 addetti, è particolarmente vulnerabile dato l’alto valore aggiunto delle esportazioni verso il mercato statunitense e la concentrazione di PMI. Gli effetti pratici delle nuove barriere commerciali includono una riduzione della competitività e dell’occupazione, il rallentamento degli investimenti e la necessità di cercare nuove destinazioni per i prodotti. Le prospettive per il breve termine appaiono incerte, con le aziende chiamate a ripensare strategie, diversificare mercati e potenziare innovazione e sostenibilità, per limitare l’impatto socioeconomico nel tessuto industriale nazionale.
Le istituzioni e le associazioni di categoria, come Assofond, sono impegnate nel promuovere misure di sostegno e iniziative diplomatiche per negoziare una riduzione dei dazi e difendere le eccellenze italiane sui mercati globali. Le proposte si concentrano su sostegni diretti alle imprese più colpite, incentivi alla diversificazione delle esportazioni e programmi di formazione e riconversione professionale. Sul piano strategico, il settore deve puntare su digitalizzazione, automazione, innovazione ecologica e sviluppo di partnership intraeuropee. La sfida principale sarà quella di trasformare una crisi potenzialmente devastante in un’opportunità di rilancio, facendo leva sulla resilienza storica delle PMI e sull’adattamento flessibile a nuovi contesti commerciali. Tuttavia, il successo dipenderà anche dalla capacità delle istituzioni di fornire supporto concreto e di favorire una più ampia cooperazione internazionale, così da evitare processi di deindustrializzazione e perdita di competitività per il comparto delle fonderie italiane.