Digiuno Estremo per l'Etica: Guido Reichstadter Interrompe lo Sciopero della Fame contro l'Intelligenza Artificiale dopo 30 Giorni
Guido Reichstadter, attivista noto per la sua determinazione e il suo impegno in tematiche etiche e sociali, ha recentemente interrotto uno sciopero della fame durato 30 giorni davanti alla sede di Anthropic a San Francisco. La sua azione mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui rischi derivanti da uno sviluppo tecnologico dell’intelligenza artificiale senza adeguati controlli etici e normativi. Durante il digiuno, Reichstadter ha assunto solo acqua, vitamine ed elettroliti, attirando l’attenzione mondiale e ispirando una rete globale di proteste analoghe, diffuse in molte altre città tecnologiche. Il suo gesto sottolinea la crescente preoccupazione su temi quali la perdita di posti di lavoro, la privacy, la disuguaglianza e la mancanza di trasparenza nello sviluppo delle AI.
La scelta di posizionarsi davanti ad Anthropic, una delle principali società nel campo dell’intelligenza artificiale, simboleggia la critica a un settore dominato da logiche di profitto e competizione, a discapito della responsabilità sociale. Il movimento anti-AI ha acquisito una dimensione internazionale, coinvolgendo studenti, esperti e associazioni civiche, che chiedono una moratoria sullo sviluppo delle AI più avanzate e la definizione di regolamentazioni sovranazionali chiare e condivise. Le reazioni istituzionali sono state variegate, con aperture al dialogo ma anche critiche sul metodo della protesta. La mobilitazione riflette un dibattito sempre più vivo sulla governance e l’etica della tecnologia.
La conclusione dello sciopero della fame non segna la fine della campagna di Reichstadter, ma ne apre una fase nuova con richieste di impegni politici e legislativi per tutelare i diritti umani, la privacy e l’equità sociale. Le preoccupazioni espresse dagli attivisti trovano riscontro nelle analisi scientifiche sui rischi di automazione incontrollata, disinformazione e sicurezza globale. Questa vicenda pone all’attenzione globale la necessità di un approccio responsabile all’innovazione tecnologica, che non sacrifichi valori fondamentali né comprometta le basi delle democrazie.