Dimissioni dei papà in crescita: +21% nel 2024, Lombardia in testa

Dimissioni dei papà in crescita: +21% nel 2024, Lombardia in testa

Negli ultimi anni, il panorama della genitorialità e del lavoro in Italia sta subendo notevoli cambiamenti, con una tendenza marcata nell’aumento delle dimissioni volontarie da parte dei padri per dedicarsi ai figli. Nel 2024, il numero di papà che hanno rinunciato a una posizione lavorativa per occuparsi dei propri bambini piccoli ha raggiunto quasi 19.000, ovvero il 30,5% di tutte le dimissioni tra i genitori con figli fino a tre anni, segnando un notevole incremento rispetto al 2022. Questa crescita è particolarmente evidente in Lombardia, che si conferma come regione trainante con il 24% del totale nazionale. Le motivazioni che spingono i padri alla scelta di lasciare il lavoro sono molteplici: dalla necessità di seguire direttamente la crescita dei figli, spesso in assenza di alternative accessibili o di servizi di conciliazione affidabili, a un rinnovato desiderio di essere parte attiva nella sfera familiare. Il fenomeno riflette un cambiamento culturale profondo, in cui la genitorialità maschile assume un peso sempre maggiore all'interno della società italiana.

Le statistiche confermano che, sebbene la maggioranza delle dimissioni volontarie tra i genitori resti ancora prerogativa femminile (69,5% donne), la quota maschile cresce a ritmo sostenuto. Fattori come l’inadeguatezza dei servizi all’infanzia, la scarsa flessibilità oraria nelle imprese e il costo degli asili nido contribuiscono a questa evoluzione. La Lombardia, grazie anche all'alta densità abitativa e a politiche regionali più avanzate, guida la classifica regionale, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna. Tuttavia, le cause delle dimissioni non si limitano agli ostacoli esterni: spesso giocano un ruolo decisivo considerazioni economiche interne alla famiglia, come la presenza di uno stipendio prevalente o un lavoro più sicuro da parte della partner. Ne emerge il ritratto di un’Italia in mutamento, dove anche i papà rivendicano un ruolo più paritario e partecipato nella crescita dei figli e nella gestione del quotidiano familiare.

Questo fenomeno porta con sé importanti conseguenze per il tessuto aziendale e la società nel suo complesso. Le imprese si trovano ad affrontare nuovi problemi legati al turnover e alla necessità di rivedere le proprie politiche di welfare, rendendo imprescindibile la promozione di strumenti di conciliazione efficaci, come congedi parentali retribuiti e sistemi di lavoro flessibile anche per i padri. Il confronto con altri paesi europei evidenzia come in Italia la strada sia ancora lunga, soprattutto in termini di investimenti sui servizi all’infanzia e di una cultura aziendale veramente inclusiva. Guardando al futuro, le principali sfide consistono nel potenziare supporti concreti per le famiglie, affinché la scelta di lasciare il lavoro sia davvero libera e non forzata. Solo così si potrà garantire una maggiore equità di genere e uno sviluppo armonico delle dinamiche familiari e sociali.

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