
Diplomifici: stretta sulle scuole private, revoche record al Sud
Negli ultimi mesi, il fenomeno dei diplomifici, ovvero quelle scuole private che offrivano diplomi facili senza una reale formazione, ha subito un duro colpo a seguito dell’introduzione del decreto-legge 45/2025. L’intervento è stato particolarmente incisivo in Sicilia, Campania e Calabria, dove si è assistito a una revoca senza precedenti del riconoscimento di parità scolastica a oltre settanta istituti. Questa azione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, motivata dal rischio di svalutazione dei titoli di studio e dalla preoccupazione per la credibilità del sistema formativo, si è tradotta in una drastica riduzione dei candidati esterni agli esami di Maturità: -30,9% in Calabria, -25% in Campania e -23,9% in Sicilia. Il ministro Valditara ha sottolineato i primi segnali di successo, evidenziando l’aumento dei controlli, la diminuzione delle irregolarità e la necessità di garantire un diploma realmente valido e rispettato. Le scuole coinvolte dalla revoca non potranno più rilasciare titoli equiparati a quelli statali e gli studenti dovranno spesso essere trasferiti in istituti regolari, mentre i docenti rischiano la perdita del lavoro. Sono emerse difficoltà organizzative nelle regioni coinvolte, tra sovraffollamento delle scuole pubbliche e necessità di integrare gli studenti provenienti dagli istituti chiusi.
I diplomifici, che per anni hanno aggirato le regole assicurando diplomi "facili" spesso in cambio di rette elevate e senza reale frequenza, venivano individuati mediante controlli su documentazione, personale e presenze. Il nuovo decreto ha introdotto ispezioni a sorpresa, la raccolta obbligatoria di dati sui percorsi di studio e sanzioni più gravi per gli istituti inadempienti, oltre a rendere più semplice la procedura di revoca della parità in caso di gravi irregolarità. La revoca della parità scolastica, che fino a poco tempo fa avveniva raramente e con molte contestazioni, è ora uno strumento concreto per ristabilire fiducia e trasparenza nel sistema. Le conseguenze della chiusura dei diplomifici non sono solo amministrative, ma hanno impatto diretto anche su studenti e personale, creando in ogni caso la necessità di percorsi di riallineamento e supporto, soprattutto in territori dove la presenza della scuola privata era parte integrante del tessuto sociale. Il calo dei candidati esterni agli esami di stato è interpretato come segnale di una maggiore consapevolezza e di una preferenza crescente per i percorsi regolari e certificati.
Sul fronte della reazione, il mondo della scuola e i sindacati esprimono soddisfazione per l’azione di rafforzamento della legalità, ma chiedono anche politiche di supporto per studenti e docenti coinvolti, temendo effetti negativi da una transizione troppo brusca. Gli esperti sottolineano che il processo di pulizia deve essere accompagnato da investimenti su formazione, orientamento e continui controlli, per evitare che il fenomeno si ripresenti sotto altre forme o in altre aree. A livello nazionale, la stretta operata dal decreto-legge 45/2025 segna una svolta epocale, ma occorre monitorare costantemente gli esiti di questa "cura da cavallo" che mira a restituire valore e competitività al diploma italiano. Secondo i dati e le analisi, i primi effetti sono positivi, ma la vera sfida sarà rendere questo cambiamento duraturo, fondato su legalità, merito e reale crescita formativa.