Disoccupazione in aumento: un segnale positivo?

Disoccupazione in aumento: un segnale positivo?

Nel 2025, il mercato del lavoro italiano, secondo il secondo Bollettino CNEL, mostra segnali di cambiamento e ripresa, con una crescita degli occupati affiancata da un moderato incremento della disoccupazione. Il tasso di occupazione raggiunge il 62,5% (+0,9% rispetto al 2024), pari a 24 milioni e 76 mila lavoratori attivi, mentre il numero di disoccupati sale a 1 milione e 758 mila (+217 mila in un anno). Questo scenario, apparentemente controverso, va interpretato alla luce di un ritorno alla fiducia: l’incremento di chi cerca lavoro riflette una maggiore partecipazione al mercato, spesso dopo periodi di scoraggiamento o inattività, e indica una società che si riattiva. Settori come tecnologia, turismo e sanità sono trainanti, con nuove opportunità soprattutto per giovani laureati e professionisti digitali. La crisi pandemica e le fluttuazioni globali hanno imposto una rapida trasformazione della domanda di lavoro e delle competenze necessarie, confermando la centralità della formazione tecnica e della digitalizzazione.

Il dato della disoccupazione, dunque, richiede una lettura articolata: un lieve aumento dei disoccupati può, in contesti di crescita economica e occupazionale, essere un indicatore positivo. Questo fenomeno, noto in economia come "effetto scoraggiamento rovesciato", emerge quando più individui riprendono fiducia sulle opportunità di impiego e tornano a cercare lavoro attivamente. In Italia, le politiche attive del lavoro si stanno rivelando fondamentali: rafforzamento dei centri per l’impiego, integrazione tra scuola, università e imprese, e investimenti su reskilling e green skills sono strategie che rispondono all’attuale domanda di flessibilità e innovazione. A livello territoriale, persistono differenze: il Nord consolida il proprio vantaggio in termini di occupazione, mentre il Sud registra segnali di recupero, in particolare sul fronte femminile. Il confronto storico attesta una migliore tenuta della forza lavoro rispetto agli anni della pandemia, con un rafforzamento delle assunzioni giovanili e femminili nei settori digitali e dei servizi.

Le prospettive per l’occupazione italiana appaiono cauto-ottimistiche. Il trend di incremento del tasso di occupazione, sostenuto dagli investimenti del PNRR e dalle politiche europee su coesione e digitalizzazione, potrebbe tradursi in una progressiva riduzione dello squilibrio territoriale e generazionale. L’aumento della partecipazione attiva al mercato del lavoro contribuisce anche a migliorare la qualità complessiva dell’offerta occupazionale, stimolando l’adozione di contratti più stabili e inclusivi. Tuttavia, rimangono criticità, soprattutto per i giovani e le donne del Mezzogiorno. Le sfide future risiederanno nella capacità delle istituzioni di consolidare le riforme, promuovere la formazione continua e adattarsi alle variabili internazionali, come l’innovazione tecnologica e i nuovi modelli produttivi. La disoccupazione, osservata in questa prospettiva, può diventare un segnale di energia e di rinascita, se accompagnata da strumenti di inclusione e politiche attive efficaci.

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