
Dispersione scolastica: dati INVALSI testimoniano un progresso storico - Tasso dimezzato in quindici anni grazie a politiche educative mirate
La recente pubblicazione dei dati INVALSI sulla dispersione scolastica testimonia un netto e storico avanzamento nel sistema educativo italiano. Negli ultimi vent’anni, il tasso di dispersione è sceso dal 25,1% nel 2000 a meno del 10% nel 2024, segnando un cambiamento epocale. La dispersione scolastica rappresenta uno dei principali problemi sociali ed economici, poiché riflette la capacità di una nazione di valorizzare il proprio capitale umano. Secondo l’INVALSI e il Ministero dell’Istruzione, i progressi ottenuti sono il risultato di politiche educative mirate, che hanno puntato su orientamento scolastico, supporto agli studenti in difficoltà, rafforzamento delle competenze di base, coinvolgimento delle famiglie e collaborazione tra scuole, enti territoriali e Terzo settore. Tuttavia, la dispersione si manifesta ancora in due forme: quella esplicita, cioè l’abbandono vero e proprio, e quella implicita, che indica la permanenza a scuola senza raggiungere le competenze minime. La diminuzione della dispersione implicita registrata nel 2024 (6,6%) suggerisce che la qualità delle competenze sia anch’essa in crescita, non solo la quantità degli studenti che restano a scuola.
Un’analisi più dettagliata dei dati mostra come la riduzione della dispersione sia frutto di strategie di lungo periodo e non di variazioni casuali. Il ruolo di INVALSI è stato centrale nel fornire dati affidabili e tempestivi, permettendo il monitoraggio reale dei fenomeni e la pianificazione di interventi mirati. Le regioni del Centro-Nord presentano tassi inferiori rispetto a quelle del Sud, evidenziando però un generale miglioramento anche nelle aree storicamente più critiche. Allo stesso tempo, la lotta alla dispersione scolastica è diventata una priorità dell’agenda politica nazionale, grazie all’impegno diretto, tra gli altri, del ministro Giuseppe Valditara. L’obiettivo futuro è quello di superare la mera frequenza fisica, puntando a un apprendimento di qualità e a una reale acquisizione di competenze, anche attraverso l’ampliamento delle attività laboratoriali e la promozione della partecipazione attiva degli studenti alla vita civica e scolastica.
Per consolidare i risultati ottenuti, gli esperti raccomandano di intensificare le azioni di orientamento precoce, di sostenere ulteriormente studenti stranieri e con bisogni educativi speciali, e di promuovere una forte integrazione tra scuola, territorio ed enti locali. La qualità complessiva del sistema scolastico si giocherà sulla capacità di prevenire la dispersione, rafforzare la relazione con le famiglie e diffondere buone pratiche didattiche. La lotta alla dispersione, sia esplicita che implicita, richiede dunque una strategia collettiva e multidimensionale, capace di valorizzare realmente ogni studente e di assicurare pari opportunità di apprendimento e crescita. Grazie al monitoraggio costante dei dati e alle riforme già avviate, la scuola italiana sembra oggi meglio attrezzata per rispondere alle sfide dell’inclusione, della qualità e dell’innovazione formativa.