Docenti di sostegno: Il Tar Lazio conferma la scelta delle famiglie e respinge il ricorso dei sindacati

Docenti di sostegno: Il Tar Lazio conferma la scelta delle famiglie e respinge il ricorso dei sindacati

Primo paragrafo

Il pronunciamento del Tar Lazio del 26 maggio 2025 rappresenta una svolta significativa nel dibattito sulla continuità dei docenti di sostegno nelle scuole italiane. Respinto il ricorso dei sindacati FLC CGIL e Gilda-UNAMS contro il decreto ministeriale n. 32/2025, viene ribadita la legittimità della procedura che riconosce alle famiglie degli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali la possibilità di confermare il docente di sostegno per l’anno scolastico seguente. Questa decisione si inserisce in un quadro normativo che mira a promuovere l’inclusione ed il benessere degli studenti più fragili, favorendo la continuità didattica, elemento considerato cruciale per la crescita personale e il successo scolastico degli alunni con disabilità. Il decreto fissa al 31 maggio 2025 la scadenza per la presentazione delle richieste di conferma, obbligando le scuole a riorganizzare i propri organici in vista di questa nuova procedura e spingendo la comunità scolastica verso una più stretta collaborazione tra istituti, docenti e famiglie. Allo stesso tempo, la sentenza sottolinea la necessità di coniugare la tutela del diritto allo studio con il riconoscimento degli interessi e delle prerogative sia del personale docente sia dell’organizzazione scolastica complessiva.

Secondo paragrafo

Le motivazioni addotte dai sindacati FLC CGIL e Gilda-UNAMS, alla base del ricorso, evidenziavano diverse criticità legate soprattutto all’attribuzione alle famiglie di un potere tipicamente amministrativo e alla possibilità di generare disparità di trattamento tra docenti e studenti. I sindacati temevano che tale meccanismo potesse minare i principi di trasparenza, imparzialità e correttezza, oltre a incidere negativamente sui diritti di mobilità dei docenti e sulla stabilità organizzativa delle scuole. Il Tar Lazio, tuttavia, ha respinto queste contestazioni, sottolineando come il coinvolgimento delle famiglie non si configuri come discriminatorio, bensì quale rafforzamento del diritto allo studio e della qualità dell’inclusione scolastica. La procedura, secondo i giudici, non lede né i principi fondanti della scuola pubblica né la posizione giuridica degli insegnanti di sostegno, già salvaguardata dagli strumenti di mobilità ordinaria. Rilevante, infine, il riconoscimento del ruolo proattivo e costruttivo delle famiglie, giudicato essenziale per il successo formativo e personale degli alunni con bisogni educativi speciali.

Terzo paragrafo

Alla luce della sentenza, le scuole del Lazio – e potenzialmente di tutto il territorio nazionale se la norma fosse estesa – devono ora organizzare tempestivamente la raccolta delle richieste di conferma da parte delle famiglie, fornendo supporto e informazioni chiare per facilitare l’iter. Le reazioni della comunità scolastica sono variegate: molte famiglie hanno accolto favorevolmente la possibilità di incidere in modo diretto sul percorso educativo dei figli, valorizzando la continuità didattica. Al contempo, restano dubbi sull’applicazione pratica della norma, in particolare rispetto alla gestione dei casi complessi e alla reale disponibilità dei docenti specializzati. Gli scenari futuri prevedono probabili ulteriori confronti tra Ministero, sindacati e associazioni familiari, al fine di monitorare l’efficacia del provvedimento e introdurre eventuali correttivi, così da garantire un equilibrio tra esigenze degli studenti, diritti dei docenti e necessità organizzative della scuola. La capacità di ascolto e adattamento sarà fondamentale per assicurare un modello di inclusione sempre più efficace e condiviso.
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