
Docenti per l’inclusione: la nuova sfida degli insegnanti di sostegno nelle scuole italiane
L'insegnante di sostegno riveste un ruolo cruciale nel garantire il diritto all’integrazione e all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole italiane. Le sue funzioni principali comprendono la collaborazione con i docenti curriculari per una progettazione didattica inclusiva, il supporto diretto agli studenti, il dialogo costante con le famiglie e la partecipazione attiva nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Questo ruolo specialistico è fondamentale non solo per favorire l'apprendimento personalizzato, ma anche per promuovere l'autonomia e la partecipazione piena degli alunni alla vita scolastica. È imperativo valorizzare questa figura sia dal punto di vista formativo che sociale, affinché possa essere riconosciuta come professionista chiave all’interno della comunità scolastica.
Una recente proposta di legge intende trasformare la denominazione tradizionale "insegnante di sostegno" in "docente per l’inclusione", sottolineando la necessità di superare una visione limitata e riparativa del sostegno, per abbracciare un approccio autenticamente inclusivo condiviso da tutti gli insegnanti. Tale proposta prevede un aumento della responsabilità collettiva, la riforma e l’ampliamento dei corsi di specializzazione. Nonostante questo, la carenza di personale specializzato persiste, suscitando preoccupazioni tra famiglie e comunità scolastiche per il rischio di un calo nella qualità dell'offerta educativa per studenti con disabilità.
La carenza numerica degli insegnanti di sostegno è amplificata da tempi lunghi nella formazione specialistica, precariato contrattuale e ritardi nell’assegnazione dei docenti alle scuole. A ciò si aggiungono forti disparità territoriali nella distribuzione del personale, con alcune aree geografiche in grave difficoltà nel garantire una copertura adeguata. La formazione, spesso poco pratica e disomogenea tra atenei, rappresenta un’ulteriore sfida: è necessario renderla più accessibile, efficace e orientata alle competenze operative. Il governo ha avviato iniziative legislative e programmi per incrementare i corsi di specializzazione, semplificare le procedure e incentivare nuove assunzioni, ma serve un cambiamento culturale profondo. Se si vuole una scuola realmente inclusiva, occorre stabilità degli organici, formazione di qualità e un impegno collettivo per un ambiente educativo in cui la diversità venga accolta come risorsa e non stigmatizzata.