
Educazione nelle carceri italiane: stato attuale e innovazione grazie al progetto LeMP
Il sistema penitenziario italiano sta affrontando la sfida cruciale dell'educazione in carcere come strumento essenziale per il reinserimento sociale e la riduzione della recidiva. Secondo il rapporto 2024 di Antigone, il 94,7% delle carceri dispone di spazi educativi dedicati, segno di un cambiamento culturale che valorizza la funzione rieducativa della pena. Le aule carcerarie, spesso multifunzionali, contribuiscono a creare ambienti motivanti che favoriscono la didattica e relazioni positive tra detenuti e personale, mentre oltre il 55% delle strutture possiede biblioteche che svolgono un ruolo fondamentale di alfabetizzazione e benessere, arricchendo l’esperienza educativa e promuovendo dialogo interculturale.
Nel 2023-2024 sono stati attivati 1.711 corsi scolastici con circa 19.250 detenuti iscritti, distribuiti tra istruzione primaria, secondaria e formazione professionale. Sebbene il tasso di promozione sia intorno al 43,9%, inferiore a quello della scuola esterna, ciò rispecchia le difficoltà specifiche come fragilità sociali e frequenti spostamenti interni. Fra le criticità emergono la scarsità di docenti specializzati e la limitata offerta per detenuti stranieri. In questo contesto, il progetto LeMP (Learning, Empowerment, Motivation, Participation) rappresenta un'innovazione, promovendo formazione flessibile, auto-formazione, tutoraggio tra pari e mentoring, con un forte coinvolgimento di educatori, volontari e personale penitenziario.
La normativa italiana e le raccomandazioni europee sanciscono il diritto all’istruzione dei detenuti come pilastro per la dignità e l’inclusione. L'educazione detentiva è fondamentale per costruire identità alternative allo stigma carcerario e favorire la responsabilizzazione personale. Prospettive future richiedono un rafforzamento della collaborazione interistituzionale, potenziamento delle biblioteche, formazione e digitalizzazione dell’offerta educativa, oltre a superare le criticità quali fondi limitati e discontinuità dei percorsi formativi. In conclusione, l’istruzione in carcere rappresenta una risorsa preziosa per la società, e modelli come LeMP possono guidare verso un sistema scolastico penitenziario inclusivo, di qualità e capace di accompagnare i detenuti verso una cittadinanza rinnovata.