
Emergenza caldo e lavoro nei campi: riflessioni, tutela e realtà del sommerso in Italia
L’estate 2025 in Italia è caratterizzata da ondate di calore sempre più intense, che mettono a rischio la salute dei lavoratori nei settori agricolo ed edile. Le temperature estreme, aggravate dai cambiamenti climatici, impongono una riflessione urgente sulle condizioni di chi opera all’aperto, spesso senza adeguate tutele. In particolare, molte regioni italiane, come l’Emilia-Romagna, hanno adottato ordinanze che prevedono la sospensione delle attività nelle ore più calde (dalle 12 alle 17), obblighi di fornitura di acqua, pause frequenti e misure di protezione individuale, nel tentativo di prevenire malori e decessi da colpi di calore. Tuttavia, l’eterogeneità delle normative regionali e la persistente diffusione del lavoro sommerso – specialmente nei campi agricoli – rendono difficoltosa l’applicazione efficace di queste misure, lasciando molti lavoratori vulnerabili a rischi gravi.
Le recenti tragedie verificatisi a Treviso e Vicenza, dove lavoratori sono stati colpiti da malori o hanno perso la vita sotto il sole cocente, hanno riacceso il dibattito pubblico e istituzionale sull’urgenza di una tutela reale. Antonio Di Bella, presidente dell’ANMIL, sottolinea come la vera emergenza sia la “voragine silenziosa del sommerso”, ovvero i lavoratori irregolari privi di tutele che affrontano condizioni proibitive senza strumenti di protezione. In risposta, il Governo, con il ministro Marina Calderone, ha promosso un “protocollo caldo” nazionale per uniformare le buone pratiche, incentivare la prevenzione e migliorare la formazione e il monitoraggio.
Per proteggere efficacemente chi lavora nei campi in estate, è fondamentale garantire acqua e zone d’ombra, ridurre e flessibilizzare i turni nelle ore di massimo calore, erogare formazione specifica ai lavoratori e sorveglianza sanitaria continua. Le aziende devono assumersi responsabilità concrete promuovendo una cultura della sicurezza tramite investimenti tecnologici e coinvolgimento diretto dei lavoratori nella prevenzione. Parallelamente, sono indispensabili campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto a lavoratori stranieri per riconoscere i rischi e agire tempestivamente. Se combinati, questi sforzi normativi, culturali e sociali potranno ridurre sensibilmente i rischi derivanti dal caldo estremo, rappresentando un possibile punto di svolta nella tutela della salute sul lavoro nel 2025 e negli anni a venire.