Emilia-Romagna in prima linea: strategie contro la dipendenza digitale e tutela della salute mentale degli adolescenti

Emilia-Romagna in prima linea: strategie contro la dipendenza digitale e tutela della salute mentale degli adolescenti

La crescita dei disturbi tra i giovani e la risposta istituzionale

Negli ultimi anni, l'Emilia-Romagna si è trovata a fronteggiare una vera e propria emergenza sociale e sanitaria legata alla salute mentale degli adolescenti, fortemente influenzata dall'uso eccessivo di tecnologie digitali. I dati sono netti: dal 2010 al 2023 il numero di giovani che hanno fatto ricorso ai servizi di neuropsichiatria infantile è cresciuto del 70%, passando da poco più di 38.000 a quasi 65.000 utenti. Particolarmente allarmante anche l’incremento dei disturbi alimentari (oltre 9.100 casi nel 2023) e dei ricoveri psichiatrici, che sono più che raddoppiati nel periodo considerato. Gli esperti segnalano che smartphone, social network, videogiochi e la costante esposizione agli schermi facilitano forme di dipendenza che si manifestano sia come difficoltà psicologiche — ansia, depressione, problemi di autostima — sia come disturbi psicosomatici e comportamentali. Ed è proprio attorno a questi temi che si è sviluppata la riflessione degli Stati generali dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, configurando un momento di svolta nella costruzione di strategie giovani-centriche capaci di intercettare le reali necessità delle nuove generazioni.

Strategie di prevenzione e il ruolo delle istituzioni

Alla luce dei dati preoccupanti, la Regione Emilia-Romagna ha dato avvio a una serie di azioni concrete per rispondere alle nuove sfide generate dalla digitalizzazione della vita degli adolescenti. Il cuore della strategia è rappresentato dalla promozione della consapevolezza digitale: percorsi formativi sul corretto uso di internet, incontri nelle scuole sui rischi della rete, sportelli di ascolto psicologico per famiglie e docenti, campagne di sensibilizzazione su salute mentale e disturbi alimentari, oltre a progetti in collaborazione con enti locali e università. Fondamentale è il coinvolgimento delle scuole e delle famiglie, chiamate a stabilire insieme regole sane sull'uso dei dispositivi elettronici, incentivare attività alternative e rafforzare la comunicazione per prevenire disagi. L’interazione tra scuola, famiglia e servizi sanitari diventa il pilastro di un nuovo modello educativo, in cui ognuno contribuisce in modo attivo alla prevenzione e all’emersione precoce delle fragilità. L’obiettivo condiviso è non solo limitare i rischi derivanti dall’uso scorretto delle tecnologie, ma anche valorizzare le opportunità di apprendimento e relazione che la società digitale può offrire ai giovani, sempre all’interno di un percorso regolato e protetto.

Sfide culturali, testimonianze e prospettive future

Uno dei nodi principali resta l’equilibrio tra libertà digitale e tutela della salute, sfida quotidiana che richiede ai ragazzi una sempre maggiore capacità di scelta consapevole. Le testimonianze raccolte durante gli Stati generali — da giovani come Giovanni che ha sofferto di isolamento durante la pandemia, a genitori come Claudia che sentono il bisogno di strumenti concreti per sostenere i figli — rendono tangibile la dimensione della problematica. Gli operatori riscontrano quotidianamente l’impatto negativo di un uso smodato del web su autostima, sonno, relazioni ed emotività. Ecco perché il rilancio delle iniziative pone al centro alcune priorità: rafforzamento delle reti di sostegno, alfabetizzazione digitale critica, coinvolgimento attivo dei giovani nel disegno delle politiche e diffusione di buone pratiche replicabili a livello nazionale. Emilia-Romagna si propone quindi come laboratorio avanzato per una nuova cultura della prevenzione e del benessere digitale, dove il diritto alla libertà si intreccia inscindibilmente con la promozione della salute e della crescita equilibrata di una generazione chiamata a diventare protagonista consapevole del proprio futuro.

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