
Ex Ilva, via alla decarbonizzazione: perché l’accordo segna un nuovo futuro per industria e occupazione a Taranto
L’accordo firmato il 13 agosto 2025 per la decarbonizzazione degli impianti ex Ilva di Taranto rappresenta una svolta cruciale per la città e per l'industria siderurgica italiana. Situata nel cuore del Mezzogiorno, questa storica area industriale affronta da decenni tensioni tra sviluppo economico e criticità ambientali. L’intesa unisce il governo, sindacati e attori locali in un percorso condiviso verso la sostenibilità, con un piano strategico illustrato dal ministro Adolfo Urso, basato su chiusura graduale delle vecchie aree calde e introduzione di forni elettrici e impianti Direct Reduced Iron (Dri) meno inquinanti.
L’elemento innovativo dell’intesa risiede nell’impegno costante per la salvaguardia dei lavoratori attraverso il reimpiego e la formazione nelle nuove tecnologie "green", con il duplice obiettivo di tutelare l’occupazione e mantenere competitiva l’industria dell’acciaio. La transizione ecologica a Taranto non è solo un fatto tecnico, ma un modello replicabile in Europa che mette il sito al centro della rivoluzione dell’acciaio verde. Il successo di questo progetto è inoltre fondamentale per rilanciare l’immagine industriale e ambientale di una città segnata da lunghi conflitti sanitari e sociali.
Le sfide future riguardano monitoraggi rigorosi, partecipazione attiva della comunità, e rispetto degli impegni ambientali e occupazionali. Le opinioni di sindacati, ambientalisti ed economisti convergono sull’importanza strategica dell’intesa come leva per l’innovazione sostenibile, la coesione sociale e la crescita economica del Mezzogiorno. In conclusione, l’accordo rappresenta un ponte verso un futuro di sviluppo integrato, dove la transizione ecologica e la valorizzazione del capitale umano costruiscono insieme la nuova immagine dell’industria e della città di Taranto.