
Facebook e la Legge sui Servizi Digitali: Studio NATO Rivela Impatto Limitato nel Contrasto ai Contenuti Dannosi
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La Legge sui Servizi Digitali (DSA) rappresenta un pilastro della strategia europea volto a regolare contenuti online e aumentare la sicurezza degli utenti. Essa impone a piattaforme come Facebook obblighi di trasparenza, intervento e cooperazione con autorità al fine di contrastare la disinformazione, l’incitamento all’odio e i contenuti dannosi. Tuttavia, uno studio della NATO condotto tra il 2023 e il 2024, prendendo di mira dati europei e in particolare il caso polacco, rivela un impatto limitato dei nuovi strumenti normativi. I dati emersi indicano che, nonostante l’aumento delle misure di verifica – come il controllo dei post e l’ampliamento dei team di moderazione – la presenza di contenuti dannosi su Facebook non è diminuita, anzi mostra in alcune aree un aumento preoccupante. L’analisi metodica della NATO si è concentrata su dati pubblici, segnalazioni dirette e fact-checking professionale, restituendo una fotografia in cui strumenti tecnologici e processi verificativi non riescono a stare al passo con la quantità e la complessità delle minacce digitali. In particolare, l’area dell’incitamento all’odio si conferma come uno dei fronti più resistenti anche alle strategie più avanzate di moderazione.Paragrafo 2
Il caso degli account polacchi su Facebook evidenzia ulteriormente i limiti dell’attuale regime normativo e di intervento. Nella sola Polonia, la crescita dei post giudicati dannosi ha toccato il 55% nel biennio analizzato, spesso in concomitanza con eventi politici e sociali che hanno amplificato dinamiche di polarizzazione e diffusione di fake news. Questa impennata riflette una vulnerabilità specifica nell’individuazione e rimozione tempestiva di contenuti che fomentano odio, intolleranza religiosa e divisione sociale. Il meccanismo di verifica dei post, per quanto potenziato, è risultato non proporzionato rispetto all’espansione dei contenuti dannosi: da un lato cresce il numero di post sottoposti a fact-checking, dall’altro una parte significativa continua a sfuggire ai controlli. A complicare la situazione contribuisce la sofisticatezza delle strategie usate per eludere gli algoritmi di moderazione. Inoltre, il tasso di rimozione dei post dannosi risulta addirittura in calo, con una permanenza maggiore di contenuti tossici soprattutto nell’Europa orientale, nonostante la crescita delle segnalazioni da parte degli utenti e l’adozione di nuovi sistemi di intelligenza artificiale.Paragrafo 3
Nonostante alcuni miglioramenti introdotti da Facebook, come il potenziamento dei team umani, l’impiego di AI per la rilevazione dei contenuti illeciti e partnership con enti di fact-checking, lo scenario emerso dallo studio NATO sottolinea che tali misure restano insufficienti di fronte alle sfide attuali. Il DSA ha mostrato limiti notevoli: difficoltà di applicazione omogenea tra i diversi paesi UE, resistenze nel rendere trasparenti i processi e le tecnologie di moderazione, nonché problemi di collaborazione istituzionale. Queste criticità rendono necessario un ripensamento delle strategie, puntando su una maggiore cooperazione tra governi, piattaforme e società civile, insieme a investimenti in tecnologia responsabile e sensibilizzazione degli utenti. Per garantire una maggiore sicurezza online, è fondamentale evolvere il quadro normativo, promuovendo soluzioni flessibili ma rigorose che sappiano affrontare una realtà digitale in continua trasformazione, riducendo in modo concreto e verificabile l’impatto dei contenuti dannosi su Facebook e sulle principali reti sociali.Totale parole: 601