
Femminicidio a Afragola: una 14enne uccisa dall’ex compagno. Impegno della scuola contro la violenza di genere
Il femminicidio avvenuto ad Afragola il 28 maggio 2025 ha scosso profondamente non solo la comunità locale, ma tutto il Paese, riaccendendo il dibattito sulla violenza di genere tra i giovanissimi. La vittima, una studentessa di 14 anni, è stata uccisa dal suo ex compagno di 18 anni, che ha confessato il delitto dopo che la ragazza aveva deciso di lasciarlo. Il contesto in cui è avvenuto il fatto parla di relazioni adolescenziali caratterizzate da comportamenti sempre più possessivi e pericolosi, riflesso di una cultura patriarcale e del controllo che si insinua anche tra i più giovani. Le prime indagini e le testimonianze raccolte hanno permesso di ricostruire una dinamica fatta di disagio relazionale, ossessione e isolamento dal gruppo dei pari, elementi troppo spesso sottovalutati dagli adulti di riferimento. L’intera cittadinanza, insieme alle istituzioni locali e alla scuola della vittima, si è stretta intorno alla famiglia, chiedendo a gran voce interventi concreti non solo a livello di repressione, ma soprattutto di prevenzione e sensibilizzazione affinché tragedie simili non si ripetano.
Il ruolo della scuola emerge come decisivo per contrastare la cultura della violenza di genere e promuovere una sana educazione all’affettività fin dai primi anni. Attraverso progetti formativi, laboratori, incontri con esperti e testimonianze dirette, molte scuole del territorio campano, incluso l’istituto frequentato dalla giovane vittima, si stanno impegnando per costruire nei ragazzi competenze relazionali ed empatiche. L’introduzione di sportelli di ascolto psicologico, attività su uso consapevole dei social network e percorsi di empowerment femminile sono alcune delle buone pratiche segnalate per riconoscere i segnali di disagio e arginare fenomeni di isolamento, cyberbullismo e controllo. L’alleanza scuola-famiglia viene vista come imprescindibile: in un momento storico in cui aumentano i casi di violenza nelle relazioni tra adolescenti, è fondamentale rafforzare il dialogo tra adulti e ragazzi per accompagnarli nella gestione delle emozioni e nella costruzione della propria identità. Le testimonianze di studenti e docenti, il ricordo affettuoso della vittima e l’impegno collettivo a “educare all’amore e al rispetto”, rappresentano simbolicamente la speranza di un cambiamento culturale profondo che parte dall’educazione quotidiana.
Sul piano sociale e psicologico, il femminicidio ad Afragola si inserisce in un quadro allarmante: in Campania, i dati recenti registrano un netto incremento di violenza di genere tra minori di 18 anni, collegato spesso a fattori familiari e a modelli di relazione distorti. La reazione della cittadinanza e delle istituzioni locali si traduce ora nella richiesta di azioni concrete: non basta più commemorare le vittime con panchine rosse o murales, servono strategie strutturali di prevenzione e responsabilizzazione condivisa. Esperti sottolineano la necessità di agire a più livelli: formazione degli insegnanti sugli stereotipi di genere, promozione di modelli relazionali non violenti nei media, rafforzamento dei servizi sociali e creazione di network di supporto. Solo così sarà possibile spezzare il ciclo della violenza, restituire fiducia alle nuove generazioni e dare senso e prospettiva al dolore collettivo. Educare, prevenire e collaborare sono i verbi chiave per una scuola e una società finalmente all’altezza della sfida posta da questi tragici eventi.