Giacomo Poretti e la Nuova Profondità di "La fregatura di avere un'anima": tra Don Giussani e il Vuoto Contemporaneo

Giacomo Poretti e la Nuova Profondità di "La fregatura di avere un'anima": tra Don Giussani e il Vuoto Contemporaneo

Il monologo "La fregatura di avere un'anima", scritto e interpretato da Giacomo Poretti, rappresenta uno degli appuntamenti culturali più attesi del Meeting di Rimini 2025, festival noto per il suo ruolo di crocevia di idee e riflessioni sulla contemporaneità. Lo spettacolo, diretto da Andrea Chiodi, propone un’esplorazione profonda del significato di avere un'anima nella nostra epoca segnata dal vuoto di senso. Con un linguaggio che alterna ironia, poesia e riflessione, Poretti interpella il pubblico su tematiche esistenziali, invitando a una meditazione che coinvolge sia credenti sia non credenti. Il testo ha beneficiato del contributo della rivista culturale Tracce e si ispira al decimo capitolo del "Senso Religioso" di don Luigi Giussani, che sottolinea la natura inevitabile e profonda della ricerca di senso nell'anima umana. In questo contesto, il monologo si configura come una fusione tra teatro, filosofia e spiritualità, offrendo uno specchio per le inquietudini contemporanee legate all'assenza di riferimenti spirituali e proponendo l'anima non solo come un peso, ma anche come una chiave per riaccendere la domanda esistenziale. L'evento, atteso per la sera del Meeting, promette dibattiti e riflessioni capaci di animare la scena culturale italiana del 2025, confermando il valore del teatro come strumento di dialogo e crescita collettiva.

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