
Gli Stati Uniti verso la fine dell'OPT: la nuova politica sull'immigrazione e le sue ripercussioni
La possibile abolizione del programma OPT post-laurea negli Stati Uniti sta generando un acceso dibattito politico, accademico ed economico. Joseph Edlow, esponente scelto dall’amministrazione Trump, ha annunciato la volontà di porre fine a questa opportunità per gli studenti internazionali con visto F-1, sostenendo che l’occupazione post-studio dovrebbe privilegiare i cittadini americani. Questa misura rischia di diminuire l’attrattività degli Stati Uniti, che nel 2023/24 hanno avuto oltre 240.000 studenti coinvolti nell’OPT, soprattutto in ambito STEM, con un considerevole impatto economico e culturale su università e comunità locali. In risposta a questa proposta, figure come Fanta Aw e la comunità accademica hanno espresso preoccupazione per le ricadute negative sull’internazionalizzazione, la ricerca e l’innovazione, sottolineando il contributo vitale degli studenti stranieri. La fine dell’OPT potrebbe causare un calo delle immatricolazioni, difficoltà economiche per gli studenti e indebolimento competitivo per le università americane, mentre paesi concorrenti potrebbero avvantaggiarsene per attrarre talenti globali. Il nuovo corso politico, in attesa di approvazione da parte del Congresso, propone restrizioni che riflettono una linea protezionista sui mercati del lavoro. In risposta, università e studenti stanno valutando alternative come programmi integrati di tirocinio e collaborazioni internazionali per mitigare gli effetti negativi. Il futuro dell’OPT rappresenta una sfida cruciale che vede contrapporsi la difesa del lavoro interno a una visione di apertura, con possibili ripercussioni a livello globale. Le decisioni che saranno prese nei prossimi mesi definiranno la posizione degli Stati Uniti come polo di attrazione per il talento internazionale e influenzeranno fortemente le politiche migratorie e accademiche future.